In palio 3 copie autografate del cd “Ancora Libero” di Ivan Francesco Ballerini. . Per provare a vincere dovete inviate una mail a comunicazioni@audiocoop.it con scritto in oggetto “Vinci ANCORA LIBERO” scrivendo Nome cognome, indirizzo a cui inviare e numero di telefono.
Buona fortuna!
Si intitola “Ancora libero” il nuovissimo disco di Ivan Francesco Ballerini pubblicato dalla RadiciMusic Records di Firenze. Al cantautore toscano che ha esordito nel 2019 con un disco dedicato ai Nativi Americani dal titolo “Cavallo Pazzo”, si attesta oggi un cambio di rotta, sfacciatamente classica ed elegante nel vestire canzoni d’amore, di coscienza, di società quotidiana. Un disco trasparente dentro cui la libertà è figlia di quello che viviamo ma anche conseguenza di quello che stiamo diventando. Un pensiero rivolto alle macchine che sembrano sostituirci, al futuro sempre più fatto di distanze, al peso poetico non sempre tale del nostro modo di vivere la giornata. Ballerini risponde con un Cantautorato classico in cui la lirica cerca senza presunzioni risvolti poetici, in cui la melodia romantica si appoggia su soluzioni pop raffinate senza quel velo di trasgressione indie a cui le moderne tendenze ci stanno abituando. Un disco figlio di altri tempi certamente, un disco di artigianato come anche la sua estetica: “Ancora libero” è disponibile in CD ma anche in diverse release in vinile, tradizionale e su carta speciale con l’inserto di opere realizzate dall’artista Romano Ballerini.
Sono state realizzate 3 copie speciali dedicate al pubblico del MEI, autografate dallo stesso Ivan Francesco Ballerini e messe in palio ai primi 3 che risponderanno alla newsletter.
Un titolo forte. La libertà va conquistata ogni giorno? Oppure, in questo tempo assurdo, sembra qualcosa che va ricordata nonostante le restrizioni?
La libertà va difesa ogni singolo giorno. Come vanno difesi i diritti sul lavoro, conquistati faticosamente con dure battaglie sociali, che oggi stanno subendo attacchi sempre più pressanti da coloro che ragionano solo guardando numeri. Rispetto al passato, invece di essere più liberi, per assurdo, ci troviamo ad essere sempre più schiavi, sempre più controllati, monitorati. A mio avviso, a breve, alla nascita ci inseriranno un micro chip, col quale potranno sapere ed avere qualsiasi informazione a nostro riguardo. “ancora libero” vuole sollevare proprio questo problema, questa mancanza di libertà, questo allontanarsi lento ma progressivo dalla natura.
Un disco che non sembra avere legami con quello che stiamo vivendo vero? Un disco pulito da tutto questo…
“Ancora libero” da spazio a vari temi, alcuni poetici e quindi distaccati dal quotidiano vivere, altri invece sono assolutamente temi di attualità: “cuore di metallo” parla di questa sempre più pressante presenza, nelle nostre vite, dei computer e dei robot, che non solo ci somigliano da un puto di vista anatomico, ma ci portano via il lavoro. Siamo all’assurdo: macchine da noi inventate, da noi prodotte ed assemblate che ci sostituiscono in tutto… pazzesco. Se non è un problema di attualità questo. Invece credo che “cambiare vita” sia un brano “senza tempo”, perché tutti, in tutte le epoche, in tutte le longitudini, hanno desiderato almeno una volta nella vita di cambiare totalmente vita, tutti sono stati toccati più o meno da questo sentimento. “cambiare vita” parla anche di depressione, problema molto pesante oggi. Invece il brano “ancora libero” è un brano in cui tento di lanciare un grido, un grido, rivolto soprattutto ai più giovani per allertarli da quanto sia potente e pericolosa la droga dei mass e social media, che sempre più ci isolano gli uni dagli altri, facendoci vivere in un mondo virtuale. Se non sono temi attuali questi.
Cosa c’è nel futuro secondo te? La tua canzone canta spesso alle nuove generazioni…
Chi è che ha detto che “il futuro ha un cuore antico”? Io utilizzo un linguaggio “classico” che forse non è più contemporaneo, ma sono troppo appassionato di letteratura, per non cercare di tenere alto lo stile nello scrivere. Comunque le cose che scrivo ritengo siano sempre attuali, mai fine a se stesse. Non voglio stupire nessuno, ma con molta umiltà, voglio raccontare le storie che nella vita mi hanno toccato nel profondo, o fatti storici, che reputo sia importante rispolverare, come è vero che la DIVINA COMMEDIA, sebbene scritta nel 1300 è sempre attuale. Cosa ci serba il futuro? Non lo so, non riesco ad immaginarlo. So soltanto che dobbiamo decrescere, nei consumi in primis, e demograficamente. Non credo che la terra possa sopportare 10 miliardi di persone. Quando sono nato, nel lontano 1967 eravamo poco più di 3 miliardi. Ecco, queste sono questioni che mi preoccupano. Penso ai giovani, al mondo che li aspetta e che gli lasceremo in eredità. Nel mio piccolo, come cantautore, mi preme evidenziare questi problemi, pensando a chi è stato meno fortunato di me.
Non pensi di essere stato troppo “padre” in certi momenti del disco? Inevitabile sicuramente… ma ho trovato forse che tu sia stato assai giudicante verso il linguaggio delle nuove generazioni. Il che, detto per inciso, mi trova d’accordo…
Ascolto la musica di oggi e sinceramente non mi piace. Perché? Perché i giovani vogliono stravolgere la musica cambiando tutto, ma se vai ad analizzare i contenuti delle canzoni, sono poveri, spesso del tutto vuoti. Trovo solo file di parole messe insieme senza senso. Invece credo, questo è il mio pensiero, non si deve “per forza” stravolgere tutto. Importante è avere cose da dire, che si tratti di politica, di scienza, di storia, o semplicemente di sentimenti. Se poi riusciamo ad inserire in questi argomenti un po’ di anima, di cuore, di emozioni, purchè siano emozioni vere, mi sembra sia già un grande traguardo.
Arrangiamenti classici, assai figli di un tempo passato. Perché questa scelta?
Perché sono figlio di questa musica. A otto anni, al pianoforte, suonavo “il testamento di Tito” di Fabrizio de Andrè. Un brano impegnativo per un bambino di soli otto anni. Ma cantavo anche la canzone meravigliosa di Roberto Vecchioni “l’ultimo spettacolo”, o “Radici” di Francesco Guccini. Se provate ad ascoltare questi brani, capite esattamente perché ho deciso di prendere questa strada. Tuttavia, mi piace anche sperimentare… ma tutto deve venire spontaneamente… non per forza. Alberto Checcacci che mi segue dal mio esordio ha capito perfettamente cosa cerco e cosa voglio. Voglio una musica “pulita” dove sia il messaggio a prevalere, non la bella voce, o gli arrangiamenti “complicati”. Poche cose, puntando se possibile all’eccellenza.
Noi celebriamo la musica indipendente. Per te cosa significa essere indipendenti?
Che bella domanda… stimolante, fantastica. Cosa vuol dire essere indipendenti? Vuol dire essere se stessi, sinceri, cristallini, lavorando con passione. Tra l’altro io mi muovo in piena autonomia, non ho nessuno a dirmi cosa devo fare. A volte mi confronto con mio fratello maggiore, Antonio Ballerini, scrittore e letterato, sulla parte testuale dei testi. È l’unico di cui mi fido, oltre ad Alberto ovviamente.
Veniamo al singolo “Da mondi lontani”: la figura di Mandela che vediamo nel video in che modo si unisce all’amore cosmico che tanto sottolinei?
Stavo pensando ad un luogo dove poter girare un video adatto a pubblicizzare “ancora libero”, che parla di libertà. Osservando vari murales presenti su tutto il territorio nazionale, mi accorsi che a Firenze, nella nostra bella città di Firenze, tra l’altro vicino a casa mia, c’era questo bellissimo murales. La scelta è stata dettata da questo… non credo vi sia una figura più adatta per parlare di libertà di quella di Nelson Mandela, che ha speso tutta la sua vita in difesa dei diritti umani. Ma quando parliamo di libertà, e di chi ci ha speso tutta la vita per difenderla, non parliamo anche di amore cosmico? A mio avviso si.
Dalla presskit prendo in prestito questa frase: la morte per come la intendiamo noi non esiste. Cioè?
Da buon chimico quale sono, ho voluto analizzare la morte, cosa che a noi umani tanto spaventa, come non facesse parte del compiersi finale di un ciclo, pensando alla legge di Lavoisier: “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Quindi, analizzando bene questa legge, la morte come la intendiamo noi, non esiste. Ci trasformeremo in qualche altra cosa. Prendendo spunto da questi pensieri, e dal bellissimo racconto “carbonio” di Primo Levi, ho voluto scrivere una canzone d’amore. È facile cadere nel banale scrivendo una canzone d’amore, perché su questo argomento sono state riempite intere biblioteche. Ma credo, di essere il primo ad avere scritto scritto una canzone d’amore collegando il tutto alle stelle, al cosmo. In parole povere ho voluto innalzare la donna amata a donna “eterna”… “il tuo sguardo non morirà mai, miliardi di anni tu hai, perché una stella tu sei”. Mi sembra un pensiero potente… che porta lontano, oltre la materia.
Oggi la parola… un’arma importante o un reperto archeologico?
Domanda fantastica. Vi ringrazio per avermela posta.
Fondamentale direi. Si è ciò che si pensa, si è ciò che si scrive. Più si studia, più si viaggia, più esperienze si fanno, tanto più ricchi e complessi si fanno i nostri pensieri, che si esprimono con la scrittura per l’appunto, nel mio caso con canzoni. Quindi reputo difficile che senza queste esperienze che sopra ho citato si possano scrivere cose interessanti. Ed è anche questo il motivo per cui ho iniziato a scrivere canzoni in età adulta, perché ho dovuto maturare ed assimilare prima tutte le esperienze della mia vita, che da giramondo, quale io sono stato, sono davvero tante.
Chiudiamo citando il vinile in edizione speciale con le opere di Romano Ballerini. Una bellissima idea, anche questa in totale controtendenza rispetto al tempo che stiamo vivendo…
Come sempre debbo essere sincero… altrimenti non sarei più io. Il disco in Vinile, idea meravigliosa, non è stata una idea mia. Non lavoro da solo, ho persone intorno che mi danno ottimi consigli perché mi vogliono bene evidentemente. Alla mia età, 54 anni finiti a Gennaio, vedersi realizzare un sogno che avevo a otto anni mi commuove nel profondo, mi commuove fino alle lacrime, per la grande emozione e felicità. Essere riuscito poi, insieme a tanti amici musicisti, a coinvolgere in questo disco, mio babbo, artista di 84 anni e mia figlia Eleonora, mi commuove ancora di più. Penso a quando lo riascolterò in futuro, a che sentimenti mi potrà suscitare. Il disco è stato curato nei minimi dettagli nella parte grafica da Aldo & Stefania della Radici Music Records, che ringrazio di cuore. I video che sono stati realizzati, toccanti e pieni di emozioni, sono dell’amico fotografo e in questo caso regista Nedo Baglioni, che è riuscito tramite le immagini ha dare valore e sapore alle mie storie. A tutti, grazie, grazie dal profondo del cuore, un cuore non più giovane ormai, che fa sempre più spazio alle cose e agli amici veri