Nato come raccolta di musiche per colonna sonora
“PARTICLES”
è il nuovo album del compositore
MARIO BERLINGUER
tra elettronica vintage e sonorità contemporanee
«Il progetto è nato dal desiderio di cimentarsi con una musica la cui funzione fosse quella di accompagnare delle immagini, ma che nello stesso tempo potesse generare interesse all’ascolto, piacevolezza, curiosità e anche, perché no, emozioni»
“Particles” su Spotify
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BIOGRAFIA
TRACK BY TRACK
Un suono di sintetizzatore freddo e parlante, un piano elettronico iridescente con una base di batteria su cui si muove uno sfondo sintetico cangiante.
Suoni come frammenti che rimbalzano a cui si aggiungono una base di basso e batteria e dei suoni sintetici in trasformazione.
Suoni percussivi elettronici che sembrano sassolini, massi o rocce, danzano lentamente su un ritmo calmo con melodie e armonie morbide e rilassanti.
I microbi sono invisibili ad occhio nudo, eppure sono ovunque. Si muovono, parlano, ballano, cantano le loro canzoni primordiali. Qui sono accompagnati da un ostinato di percussioni, droni, archi.
Un ballo lento realizzato con percussioni ed elettroniche dolci, sintetizzatori pulsanti, droni, campane e, finalmente, un piano.
Rumori filtrati di diversa natura generano un sottofondo in cui emergono un ritmo lento e una semplice melodia.
Una solida base di basso e batteria, suoni elettronici che volano, e a un certo punto gli archi e uno strumento simile ad un’arpa intonano una dolce melodia.
Basso e batteria compongono un ritmo pressante ma non frenetico, mentre dei suoni misteriosi compongono uno sfondo popolato da chitarre elettriche, archi, e un semplice arpeggio.
Un organo Hammond lentamente si trasforma in un suono più contemporaneo, su dei pattern ritmici, batteria, e frammenti di melodie elettroniche.
Un sequencer dalla rapida scansione, basso e batteria potenti, suoni sintetici che ricordano voci bizzarre, in una dinamica mescolanza di stranezza.
Una passeggiata in tempo dispari, in un paesaggio fatto di suoni pulsanti o lentamente cangianti, archi e rintocchi, che si fa via via più popolato ma la cui atmosfera rimane quieta.
Un pattern dolce ma insistente e minimalista diviene un tessuto sul quale svolazzano elettroniche morbide o distorte, droni e percussioni.
Atomi di suono danzano lentamente mentre l’intensità della musica cresce gradualmente, fin quanto una ripetitiva frase di pianoforte porta a un’intensificazione sia del ritmo che della musica.
Su una base ritmica, suoni elettronici cangianti somigliano a voci di piccole creature che cantano, o persino litigano tra loro, in un’insolita danza a cui si aggiungono archi e un pattern percussivo.
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MARIO BERLINGUER
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