“Gerbere in dicembre” è il terzo singolo estratto dall’album “Apri gli occhi” di Andrea Annecchini, uscito il 21 Marzo 2020 e distribuito da GNERECORDS, è scritto dallo stesso Annecchini insieme a Giancarlo Prandelli e si avvale del featuring dello stesso. Un brano che affronta una tematica attuale quanto delicata. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Andrea in questa intervista per Mezzogiorno in Musica Indie a cura di Ivana Stjepanovic
1.Ciao Andrea! Raccontaci di te e del percorso artistico fin qui. Come ti sei avvicinato alla musica?
Per prima cosa grazie a voi che date voce a nuove operatività artistiche e sostenete nuove forme di espressione, una vetrina importante per noi autori e cantautori. La musica è sempre stata una constante nella mia vita, già dai 6 anni ascoltavo le melodie del tempo, facilitato dal fatto che i miei genitori, per hobby, organizzavano eventi e manifestazioni in cui cantavano.
Un giorno, mentre mio padre era dedito a provare come di consueto alcune canzoni, sentì che io canticchiavo la melodia che stava studiando, credo si trattasse di una canzone di Modugno; in quel momento, avrò avuto massimo 7 anni o forse meno, mi chiamò e mi diede un microfono. Da quel momento non smisi più.
2.Qual è per te l’esperienza più importante e significativa nella tua carriera musicale e perché?
Nel mio ancora breve percorso professionistico il momento che mai dimenticherò è stato quando dalla GNE ricevetti la telefonata tanto attesa: “I suoi brani sono molto interessanti, le fissiamo un appuntamento con il Sig. Prandelli”. Da quel momento realizzai che i contenuti da me espressi avrebbero trovato una collocazione.
Un altro momento importante è stato vedersi accettare un brano alle selezioni dei Sanremo Giovani 2019, scoprire che una tua idea, una tua energia venga percepita da chi è dentro questi meccanismi da anni è una soddisfazione enorme. Per quanto riguarda l’esperienza personale più importante, posso dire a grande voce, quando iniziai ad abbandonare Andrea e vestì gli abiti più profondi dell’essere. In sostanza quando abbandonai il mio Ego e feci comunicare solo l’anima. Questo accadde in un momento spiacevole della vita, ma fondamentale. Tutti abbiamo bisogno di lasciare il nostro involucro se vogliamo vivere l’essenza e rendere veri i sogni, abbiamo bisogno di morire per rinascere, e devo dire che è stata per me una benedizione. Nelle prossime domande magari potremo approfondire.
3.Il tuo ultimo singolo “Gerbere in Dicembre” tratta un tema molto delicato e attuale. Qual è stata l’ispirazione e che messaggio vuole farci arrivare?
Per quanto riguarda “Gerbere in Dicembre”, cantata insieme al mio produttore e grande autore e compositore Giancarlo Prandelli, essa vuole essere una chiara descrizione di come i rapporti malati e le persone negative ci annullano, ci abbattono e generano depressione e ansia. Ma questi stati emotivi sono generati anche da noi, dal fatto che siamo noi ad aprirci troppo quando invece dobbiamo riflettere e stare attenti. “Allontanarsi da chi è diverso da noi” non vuole essere un monito di isolamento, ma piuttosto un consiglio di affrontare i rapporti con parsimonia e riflessione. Soprattutto all’inizio di una conoscenza o di una collaborazione. Dandoci subito, rischiamo di diventare facile prede di chi, nella sua attitudine, trova più facile prendere che donare. Ho subito molti attacchi da questo, ma in sostanza sono stati da scuola per me, e per la mia forma mentis. Non rinnego ciò che ho vissuto, ma voglio semplicemente mettere in guardia su quanto sia pericoloso donarsi troppo e subito.
4.Già i tuoi genitori formavano un duo artistico. Quanto è fondamentale per te condividere il tuo percorso musicale con collaborazioni/legami di vita importanti?
Quando uniamo i nostri intenti è sempre un’operazione magica, ma se uniamo i nostri intenti con persone che consociamo bene, che entrano in simbiosi con noi, realizziamo dei piccoli miracoli. Credo sia importantissimo oltre al lavoro, approfondire il legame intimo.
La parola magica per ogni realizzazione meravigliosa è INSIEME
5.Maggiori riferimenti musicali?
Per un cantautore la ricerca musicale e lo studio dei vari artisti che si sono susseguiti in vari periodi storici, in varie zone del mondo e in vari contesti, è obbligatorio. Sono dell’avviso che una buona cultura alla base sia fondamentale, con essa riusciamo a rapportarci in maniera sensata e logica al potere spirituale e miracoloso che la musica regala.
Con il grande Bob Marley compresi che la musica può essere utilizzata in maniera indolore, come un’arma, un mezzo di informazione e ribellione (ricordiamo le sue lotte politiche di quel tempo); compresi dalla musica reggae l’arte del basso elettrico, che in altri generi musicali è meno invasivo e pregnante, amai ancora di più quel meraviglioso strumento.
Grazie al funky di Prince conobbi la versatilità di un’idea, lui incanalava la vera sperimentazione in tutto ciò che faceva. Quindi imparai da lui, per intenderci, che in un brodo sensoriale e primordiale può nascere una metrica precisa e calzante.
Con vari artisti blues, ora qui cito solo qualche esempio, come Stevie Ray Vaughan, John Mayall, Gary Moore, Eric Clapton, etc. compresi la grande potenza dell’improvvisazione, quanto sia importante lasciarsi guidare dal semplice istinto interiore, da lì che le più grandi perle sono state realizzate, basti pensare ai Pink Floyd che io adoro.
Nella età più matura, ho iniziato ad apprezzare le canzoni dei vecchi cantautori cercando di seguire quelle forme, ma adattandole con sonorità fresche, che rispecchino ovviamente il momento storico che stiamo vivendo. Potrei collocare la mia musica alle sonorità indie e pop del momento, senza trascurare la vera radice e alcuni aspetti cantautorali che mi caratterizzano.
Ecco, diciamo che potrei rispondere a questa domanda con un libro di 1000 pagine e neanche lì troverei la fine, ma ribadisco il concetto che tutto ha una sua utilità nella musica e invito chi vuole entrare in questo meraviglioso mondo ad ascoltare veramente di tutto.
Più viaggio, conosco persone, vivo nuove esperienze anche paradossali e più trovo ispirazione. Un altro punto importante per essere un buon cantautore è quello di viaggiare e sperimentare molto. Questo periodo di fermo imposto non è stato, al contrario di come si possa pensare, costruttivo per la creatività. Bisogna vivere per scrivere e suonare, non c’è altra via.
6.Purtroppo il settore musicale è uno dei più colpiti e danneggiati da questa pandemia. Come potremo riprenderci per il futuro? E tu come hai vissuto/stai vivendo questo periodo così delicato ed incerto?
Per me che amo viaggiare e rapportarmi con gli altri è molto dura, da artista non meno, dato che ho la necessità di sperimentare e creare canzoni con le esperienze di tutti i giorni. Ma ciò non toglie che questa pausa forzata sia servita al pianeta a riprendere il suo equilibrio e forse aiutato molti a trovare la propria interiorità, il silenzio a volte sa dire mille parole.
Se questo momento difficile non diventa una scuola e un insegnamento per noi, vuol dire che è stato tutto inutile, non dimentichiamoci che solo con le sofferenze e i momenti difficili sappiamo tirare fuori il meglio. Vorrei che dopo tutto questo, ci sia una società migliore,
più etica, anche se questa la vedo dura; vorrei che almeno si provasse a essere migliori nel nostro quotidiano e si imparasse a vivere giorno per giorno e a non fare troppi progetti a lungo termine. Il vero segreto della felicità è il vivere qui e ora e se questo blocco è servito a farci capire questo ben venga, ma se ne usciremo peggiori sono sicuro che gli eventi andranno ad aggravarsi.
Credo che il mondo stia cambiando e di conseguenza siamo obbligati a cambiare anche noi.
7.Progetti/obiettivi per questo 2021? È vero che stai scrivendo anche un libro?
Si il libro uscirà in tutte le Feltrinelli D’Italia.Volevo per l’appunto, raccontare il cambiamento del distacco e come la vita possa cambiare da un momento all’altro quando meno ce ne accorgiamo. Basta un incontro o un’esperienza a cambiarti completamente, sia il destino sia il cuore.
Volevo raccontarmi e volevo raccontare cosa esiste oltre alle canzoni, cosa c’è dietro un artista e il suo rapportarsi con il mondo musicale professionistico.
Racconto anche la collaborazione ed il lavoro che si evolve tra un artista e il suo produttore. Potrebbe essere sicuramente utile per chi vuole iniziare questo percorso, per chi vuole rendere questo il lavoro di tutti i giorni, la sua stabilità. Non trascurando le mie esperienze mistiche e di cambiamento ovviamente, quello è diverso per ognuno.
Sicuramente nei prossimi mesi c’è anche in cantiere la costruzione di un nuovo album, di altri tanti contenuti che ho da esprimere e rendere pubblici.
Prima, però, partirò per l’America Latina con questo album, “Apri gli Occhi”, appena sarà possibile spostarsi, infatti sto ricantando i brani in lingua spagnola. Questo mi entusiasma molto s, perché viaggiare è sempre stata una prerogativa della mia vita e un desiderio che finalmente potrò realizzare.
Ascolta ‘Gerbere in Dicembre’ su Spotify:
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