“Oltre al turismo, le conseguenze più negative della pandemia hanno riguardato il settore dello spettacolo dal vivo, un settore afflitto dalla precarietà della condizione dei lavoratori ma che non appare contemplato dalle misure del Piano”. Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, in audizione di fronte alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sul Recovery Plan presentato dal Governo Conte.
“Il Piano – ha spiegato il presidente Carlino – destina 8 miliardi alla componente Turismo e cultura 4.0, di cui 7,7 miliardi per nuovi progetti. Le risorse sono ripartite in tre aree di intervento e 13 progetti: Patrimonio culturale Siti minori, Aree rurali e Periferie e Turismo e Cultura 4.0. Le misure proposte sono in gran parte già inserite nelle programmazioni precedenti”. Gli interventi “si innestano in un quadro che ha visto nell’ultimo triennio un incremento delle risorse destinate al settore, a fronte di cui, tuttavia, si è registrato un aumento delle difficoltà di spesa dell’amministrazione evidenziato da un corrispondente incremento dei residui. Un andamento che sembra indicare la difficoltà di svolgere il ruolo di stazione appaltante per le opere e i progetti programmati. La realizzazione di interventi, che coniughino a livello integrato l’offerta di turismo e la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, comporta necessariamente che il tema dell’adeguamento delle infrastrutture e della transizione digitale debba riguardare ogni intervento previsto”.
“Il settore del turismo dipende in ampia misura – ha aggiunto il presidente della Corte dei conti – da quello dei trasporti e potrebbe beneficiare dal rafforzamento dell’accessibilità, sostenibilità e connettività di quest’ultimo. Inoltre, la formazione periodica e continua degli operatori culturali, nonché la riqualificazione della forza lavoro del settore, rivestono importanza strategica per la crescita del comparto”