Uscito il 22 gennaio su tutte le piattaforme digitali “Dipendenza” è il nuovo singolo di Guidobaldi. Una dichiarazione d’amore a tutto ciò che si consuma. Tra citazioni beatlesiane e bassi discendenti, è un inno alla musica. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per Mezzogiorno in Musica Indie a cura di Ivana Stjepanovic
1. “DIPENDENZA” è il titolo del tuo ultimo singolo, uscito il 22 gennaio. Come nasce l’idea della canzone?
Dipendenza è uno di quei brani in cui il testo nasce prima della melodia. Ho scritto di getto parole che cercavano disperatamente un destinatario. Alla fine, quel destinatario l’ho trovato nella Musica.
Sono molto legato a questa canzone, perché è stata la prima che ho scritto per questo progetto musicale, quando ancora doveva nascere. Inizialmente decisi di puntare su altri brani, come “Cartolina portuense” e “Lungotevere”, ma una volta chiuso il disco, ho pensato che il mio ritorno dovesse coincidere con l’uscita di Dipendenza.
2. Hai dichiarato “quando sono arrivato al ritornello della canzone mi sono reso conto di aver descritto precisamente il mio rapporto con la Musica. Descrivici questo rapporto, cosa significa fare musica per te?
Fortunatamente la mia famiglia mi ha permesso di coltivare questa passione in maniera incondizionata. Nel brano dico che se non avessi incontrato la Musica, “forse oggi sarei un astronauta” e in parte è vero: sono sempre stato uno studente distratto e poco costante, perché nella testa c’era e, c’è tuttora, il sogno di una vita rock and roll. Oggi convivo tutti i giorni con questo sogno e con la Musica ho sviluppato una relazione stabile, per quanto fatta di alti e bassi. Ma, di fatto, non saprei immaginarmi una vita senza di Lei. In questo senso ho sviluppato una sorta di dipendenza.
3.Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Sono cresciuto ascoltando i dischi dei miei genitori: quindi, Beatles, Queen, Mina e De Gregori. Poi, con l’adolescenza, ho scoperto il brit rock degli anni Novanta, l’indie degli Strokes e Arctic Monkeys e ho approfondito il cantautorato italiano.
Oggi ascolto di tutto: mi piace scoprire sempre artisti nuovi e possibilmente raccogliere le influenze più diverse possibili.
4.Quanto è difficile per un artista, un musicista in questo periodo soprattutto, rinunciare ai live e al contatto con il pubblico?
È, senza dubbio, difficilissimo. Ora l’unico modo per percepire un minimo di affetto e di calore dal proprio pubblico è quello di cercare di coinvolgerli sui canali social. Per me non è la stessa cosa: li ho sempre percepiti come strumenti che sicuramente favoriscono un maggiore contatto, ma che non sono in grado di sostituire le emozioni, gli abbracci e le strette di mano a fine concerto. Speriamo di tornare a suonare presto, ma ovviamente prima viene la salute e la sicurezza delle persone.
5.Progetti futuri?
Sicuramente dopo Dipendenza, arriverà un altro singolo. Ho un disco pronto da parecchi mesi e sto già lavorando a qualcosa di nuovo. Non ho più intenzione di fermarmi: quando ripartiremo definitivamente sarà una festa infinita.
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