Con l’ultimo DPCM del 24 ottobre e la conseguente chiusura di teatri, sale da concerto, nonché di ristoranti dalle ore 18:00,
le orchestre da ballo perdono anche l’ultima possibilità di lavoro faticosamente riformulata convertendo l’offerta, rinunciando
alla propria natura artistica con straordinario impegno, pur di mantenere in vita la propria azienda, il proprio brand, i propri
dipendenti e l’interesse del nostro pubblico del ballo obbligato al solo ascolto. Siamo state le prime aziende, insieme ai
locali da ballo ed assimilati, a dover sospendere immediatamente l’attività sin dal 23 febbraio nel rispetto dell’emergenza.
Con grande sacrificio siamo stati fermi quasi 4 mesi, dopo il 15 giugno abbiamo provato a ripartire rinunciando alla nostra
identità artistica e proponendo la musica da ballo in versione concerto, ma si è purtroppo trattato di una falsa ripartenza
non sostenibile a causa della totale mancanza dei nostri circuiti abituali di lavoro: sagre, fiere, festival, eventi associativi e
ricreativi, feste patronali e parrocchiali, sale da ballo, ecc., rinunciando sia ad equi compensi, e d’altra parte investendo
economicamente per adeguarci alla mutata situazione dei concerti già occupata naturalmente da altre realtà artistiche.
Si è già ampiamente compreso come, sale da ballo, cinema, teatri e sale concerto non siano considerate dal Governo e dal
CTS attività erogatrici di beni di prima necessità, e, del pari, nonostante l’intero settore si sia attenuto
scrupolosamente alle regole, e nonostante non abbia fatto registrare casi di positività, tanto meno di contagio, tra il
pubblico, è stato il primo a soccombere, già con i provvedimenti limitativi di febbraio scorso, rinnovati periodicamente con
più o meno intensità, fino alla deludente conferma del 24 ottobre, ove, ancora una volta, la categoria viene sacrificata ed
immolata per lasciare alla collettività l’illusione di aver estirpato alla radice il germe del contagio.
Abbiamo lanciato al Governo innumerevoli appelli, richieste di audizioni alle Commissioni preposte, interrogazioni,
domande di aiuto, per chiedere di mitigare le misure restrittive per il settore e consentire la sostenibilità della categoria,
abbiamo provato a far capire che la musica da ballo è l’opposto della movida incontrollata, il ballo di coppia è una disciplina
sportiva ed amatoriale usufruita da congiunti e conviventi e come tale può essere facilmente gestita seguendo linee guida.
Restare aperti significava identificare luoghi sicuri in cui, grazie alla rigorosa applicazione di tutti i protocolli, si potevano
garantire le misure di sicurezza previste per prevenire il contagio. I lavoratori dello spettacolo, in questo caso le orchestre
da ballo, regolarmente inquadrate, sia quale imprenditore sia quale operatore con contratto di lavoro, hanno mostrato alto
senso di responsabilità nel rispettare tutte le norme e le attività si sono svolte in totale sicurezza. Una nuova chiusura
comporterà la morte definitiva del settore già agonizzante da fine febbraio e di tutta la sua lunga filiera composta da
cooperative di lavoro, management, booking, editori, agenzie di spettacolo, tecnici e tante altre maestranze.
Governo e Parlamento devono farsi carico delle sorti di un intero comparto prendendo atto che le misure economiche
messe in campo fino ad oggi per sostenere il reddito delle aziende e dei lavoratori dello spettacolo hanno dato una risposta
troppo parziale, debole e discontinua, insufficiente a garantire la sopravvivenza del nostro settore.
Leviamo, quindi, un unico ed accorato appello rivolgendoci alle istituzioni in copia alla presente, affinché venga previsto con
la massima urgenza, un adeguato ristoro economico alle nostre imprese di orchestre da ballo sulla perdita del fatturato
rispetto all’anno precedente e che non potranno essere discriminate rispetto a nessuna altra attività produttiva. Altresì
vengano sostenuti mediante gli ammortizzatori, soci e dipendenti lavoratori dello spettacolo per consentire la
sopravvivenza della nostra categoria sino alla fine dello stato di emergenza e dell’ultima restrizione, confermando il nostro
ruolo di servizio pubblico che dà lavoro a migliaia di persone oltre che sostegno e supporto fondamentale delle attività
culturali, sociali e di spettacolo nelle strategie di ripartenza del paese.
La musica da ballo è cultura, è radicata nelle nostre tradizioni popolari italiane, nelle sue forme sociali e ricreative.