Gli American Highways nascono da un’idea di Giovanni, chitarrista e compositore, che dopo aver suonato e collaborato con band del panorama indipendente italiano, sente il bisogno di portare un po’ di freschezza nel proprio stile musicale.
La ricerca va oltre oceano, si appassiona alle band pop-country americane con le quali ritrova il giusto equilibrio tra le proprie radici e la spontaneità di nuovi stili musicali. Brad Paisley, Keith Urban, Florida Georgia Line, Sugarland solo per citarne alcuni.
Inizia a scrivere qualche brano, alternando riff di chitarra a basi ritmiche di batteria e basso.
Da li a poco incontra Federico che dà la giusta svolta alle composizioni, inserendo con estrema semplicità testi profondi e melodie moderne, ma accattivanti.
Sono una trentina le idee che nascono, di cui circa un terzo viene scelto per il disco.
Vari sono i live tra Veneto, Trentino e Friuli, essenziali per creare il giusto feeling, tra cui l’apertura ai Creedence Clearwater Revived davanti ad un pubblico di cinquemila persone.
Si iscrivono al contest del C2C, prestigioso festival country inglese, ma purtroppo le selezioni non vanno a buon fine, e decidono di godersi il festival da spettatori, dal quale assaporano le atmosfere distese e rilassate, alternate a voci graffianti e chitarre grintose. Un bagaglio musicale importante che verrà inserito all’interno del disco.
Passano le settimane e arriva il contatto da WCN Radio, radio di stampo americano, per una serie di interviste, e la richiesta di un Jingle della trasmissione.
Viene allestito un piccolo studio di registrazione in casa per poter lavorare in maniera autonoma su chitarre e arrangiamenti, e da li a poco iniziano le registrazioni del disco, appoggiandosi al Virtual Studio per batteria e mixing finale.
Ci piace pensare che fare musica non sia solo suonare in una band, ma un insieme di emozioni che raccontano la nostra storia, i nostri sogni, la nostra famiglia.
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