Mi sono sempre chiesta come il metal italiano sia visto e giudicato fuori dai nostri confini. Spesso, ho avuto l’impressione che industria discografica italiana non abbia voluto/saputo supportare le giovani band metal, spingendole costantemente ai margini. Questo è il primo pensiero che avuto in occasione del concerto di Giacomo Voli, lo scorso febbraio, ospite dello storico locale londinese Underworld, in Camden Town.
Giacomo Voli ha iniziato a cantare da quando era un adolescente ispirato dal grande Freddie Mercury e negli anni successivi ha accumulato esperienza in molte band acquisendo fiducia in studio e sul palco. Arrivato sulle scene musicali italiane attraverso il talent show “The Voice” nel 2014, Giacomo Voli si è subito fatto notare grazie alle sue indubbie capacità canore, caratterizzate da un’estensione ammirevole e da un timbro tipicamente metal, squillante e possente.
Nel giugno 2014 è riuscito a conquistare la finale, convincendo il pubblico con una versione unica di “Impressioni di Settembre” della PFM, dove si piazza secondo dietro Suor Cristina, accompagnato da Piero Pelù, in veste di coach. Giacomo Voli ha successivamente registrato per Universal il singolo “Rimedio” (P. Pelù), primo in classifica per una settimana.
Una carriera proseguita come cantante della band italiana rock-progressive “Banco del Mutuo Soccorso” per poi iniziare l’avventura come frontman dei “TeodasiA”. Alla fine 2016 è diventato anche la voce ufficiale dei “Rhapsody Of Fire” dopo l’abbandono di Fabio Lione. Questo avvenimento riporta il nome di Giacomo nel mondo, grazie alla fama della band, che consacra il nuovo sound registrando una compilation dei brani storici con la nuova voce, “Legendary Years”, supportato da un tour europeo.
Dopo aver eseguito più di 80 concerti in 2 anni, accompagnato da Riccardo Bacchi (chitarra), Mattia Rubizzi (tastiere e cori), Federico Festa (basso), Demis Castellari (batteria), Giacomo Voli si ripresenta coraggiosamente sul panorama discografico senza utilizzare le enormi potenzialità mediatiche che il talent e la band, avrebbero potuto portare al suo disco (l’unico riferimento ad essi lo si trova nel brano “Prigionieri Liberi” in collaborazione con la sua “collega” di “The Voice” Giulia Dagani).
Giacomo Voli infatti ha utilizzato il crowdfunding per produrre “Prigionieri Liberi”, e ha puntato su testi in italiano, staccandosi così dalla discografia dei Rhapsody of Fire. Però non è solo il coraggio che rende quest’album interessante, ma è appunto il talento di Giacomo. Sin dai primi secondi la protagonista indiscussa è infatti la voce che mette subito in chiaro chi sarà a dominare l’intero album. Un Album che rimane abbastanza compatto fra brani più metal e altri più pop, in alcuni ritornelli parecchio orecchiabili, fino all’ottima rivisitazione in chiave metal della hit new wave dei Matia Bazar, “Ti sento”.
La voce: questa la parola chiave del primo progetto solista di Giacomo Voli e della sua carriera in generale. Attualmente Giacomo ha dichiarato con orgoglio di aver da poco concluso le registrazioni vocali per “Embrace of Souls”, in cui ha scritto tutti i testi e le melodie vocali, dando come sempre il massimo. La sua voce imponente e inconfondibile, il suo talento impressionante, rendono ogni sua performance di alto livello e non vediamo l’ora di assistere ad altre esibizioni del suo repertorio, graditissimo dal pubblico italiano e internazionale.
Pagine ufficiali di Giacomo Voli:
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