Nonostante la pandemia, che ha colpito l’Italia prima degli altri paesi occidentali costringendo lo Stivale al lockdown già all’inizio dello scorso marzo, l’emergenza sanitaria da Covid-19 non ha impedito alla discografia tricolore di chiudere il primo semestre del 2020 in positivo. Secondo i dati pubblicati oggi, martedì 22 settembre, da FIMI, la Federazione Industria Musicale Italiana, il comparto discografico ha fatto segnare, tra gli scorsi mesi di gennaio e giugno, un incremento del 2,1% su base annua, registrando entrate lorde per un totale di 87,97 milioni di euro.
“La crisi pandemica segna anche, definitivamente, il crollo del fisico”, prosegue il report: “Complice la chiusura temporanea dei retail fisici e la sospensione dei servizi di spedizione di dischi di Amazon, il CD dimezza (-51,98%) le vendite rispetto al primo semestre del 2019, mentre il vinile mantiene salda la sua posizione coprendo il 6% del mercato”.
“In definitiva, nel primo semestre l’intero mercato discografico (mkt + synch) ha generato 69 milioni di euro”: conclude il rapporto relativo all’andamento dell’industria discografica in Italia nel primo semestre del 2020: “Un risultato ottenuto grazie anche ai ricavi derivati dal bonus cultura 18app, che ha sviluppato un fatturato di circa 10 milioni di euro (Agosto 2020) a fronte di un coinvolgimento di 390.000 ragazzi aderenti all’iniziativa”.