Si è tenuta nella serata di oggi, sabato 29 agosto, la seconda serata finale della trentunesima edizione di Musicultura, la manifestazione dedicata alla canzone d’autore ospitata dal 2005 dallo Sferisterio di Macerata. Come già successo ieri, venerdì 28 agosto, a dare il benvenuto al pubblico è stato il conduttore Enrico Ruggeri, che ha aperto le danze con una rilettura di “Vecchio frack”, brano di Domenico Modugno pubblicato originariamente nel 1995 – come singolo, con, come lato B, “E vene ‘o sole” (quest’ultima su testo di Riccardo Pazzaglia). “Tutte le volte che vedete un bel concerto, ricordatevi sempre che dietro c’è un grande lavoro di gente che è sotto pressione: se possiamo salire sul parco per divertirvi, lo dobbiamo a loro”, ha esordito il già leader dei Decibel, omaggiando i lavoratori dello spettacolo, doppiamente impegnati nel backstage a causa delle disposizione anti-Covid: “E’ un’edizione – quella 2020 di Musicultura – temerariamente felice: in primavera, in quel periodo di grande smarrimento che abbiamo vissuto durante il lockdown, gli organizzatori stavano pensando a organizzare il vostro e nostro festival, e mattone dopo mattone ce l’hanno fatta. Grazie a loro siamo riusciti a ritrovare la magia dello spettacolo dal vivo: ringrazio il pubblico per aver voluto condividere la nostra sfida”.
Dopo il set dei Pinguini Tattici Nucleari, prende il via l’ultima parte della fase finale del concorso: sul palco sale prima Blindur, per eseguire “Invisibile agli occhi”, e dopo di lei Fabio Curto, il già vincitore di The Voice – nel 2015 – in gara con “Domenica”, per la seconda e ultima esecuzione della propria canzone a favore del pubblico votante.
Segue l’esibizione di un altro ospite speciale della seconda serata di Musicultura 2020, Roberto Vecchioni (“Un grande amico di Piero Cesanelli“, lo introduce alla platea Ruggeri): il cantautore milanese propone alla platea dello Sferisterio una sentita rilettura di “Sopra Milano” (di Cesanelli) e “Mi manchi” (da “Robinson, come salvarsi la vita” del ’79). “Aveva tanta immaginazione, tanta creatività e curiosità, un bagaglio meraviglioso che avrebbe meritato un’attenzione nazionale”, dichiara Vecchioni a proposito di Cesanelli, il fondatore di Musicultura – a sua volta cantautore – scomparso lo scorso settembre: “Questa canzone [“Sopra Milano”] ci dimostra cosa significhi essersi un cantautore, nella sua semplicità. I tempi del cantautorato non sono mai morti, e questa manifestazione contribuisce a mantenerli vivi: è una resistenza, un fortino”. Alla fine del set, i rettori delle Università di Macerata e Camerino consegnano a Vecchioni il premio UniMarche.
Si torna al concorso canoro: sul palco salgono gli ultimi due finalisti, I Miei Migliori Complimenti e Miele, per eseguire i propri brani in gara – rispettivamente “Inter – Cagliari” e “Il senso di colpa” (quest’ultima ripetuta a causa di un problema tecnico, gestito molto bene – sul palco – dalla band di Walter Ferrari). I quattro finalisti tornano sul palco, tutti insieme, per un momento di “talk musicale”: tutti i concorrenti, a turno, si producono in un accenno di un brano che li ha influenzati. Blindur cita “Lazzari felici” di Pino Daniele, Curto “Piazza grande” di Lucio Dalla, I Miei Migliori Complimenti “Marmellata #25” di Cesare Cremonini e Miele “Grande figlio di puttana” (firmata da Lucio Dalla e Gianfranco Baldazzi per il testo e Giovanni Pezzoli e Gaetano Curreri per le musiche, originariamente pubblicata nell’eponimo album di debutto degli Stadio del 1982). La serie di brevi reinterpretazioni è chiusa dal presentatore Ruggeri, che esegue – insieme ai quattro finalisti – la sua “Una storia da cantare”, il singolo del 2019 diventato sigla dell’omonimo programma RAI dedicato ai grandi cantautori italiani.
Dopo un omaggio in video a Ron – la clip di un’esibizione dell’artista a Musicultura – che quest’anno celebra i cinquant’anni di attività, si torna al concorso: Ruggeri chiama sul palco Blindur, al quale viene assegnato il premio della critica, del valore di 3000 euro.
E’ il momento del terzo ospite della seconda serata di Musicultura 2020, Asaf Avidan: il cantautore israeliano – marchigiano d’adozione, residente a Pesaro da quattro anni – esegue “Reckoning Song”, originariamente pubblicato in “The Reckoning” del 2008, e “Lost Horse”, singolo estratto dal disco di prossima pubblicazione (il prossimo settembre) “Anagnorisis”. “Solo i marchigiani mi chiedono perché abito nelle Marche”, ha detto Avidan: “Perché ci sono paesaggi stupendi, il cibo è incredibile e gente meravigliosa. C’è il mare, c’è la montagna: ho comprato una vecchia casa a Monte San Bartolo, che ho trasformato in uno studio di registrazione. Ho iniziato a passare sempre più tempo qui, quindi…”. “‘Anagnorisis” è la ricerca di un filo comune di tutte le voci che sono dentro di me”, ha concluso l’artista: “Sono venuto qui nella natura della Marche per ascoltare le voci del silenzio dentro di me, per dargli un personaggio”.
Dopo il set del Gruppo Ocarinistico Budriese, è la volta del quarto e ultimo ospite della trentunesima edizione di Musicultura, il già leader dei Baustelle Francesco Bianconi: il cantautore toscano esegue prima “Quello che conta” di Luigi Tenco (da “Ti ricorderai di me” del 1967″), poi “L’abisso”, estratto dalla seconda prova da solista sulla lunga distanza dell’artista, e infine, in duetto con Ruggeri, “A me mi piace vivere alla grande”, brano presentato da Franco Fanigliulo al Festival di Sanremo del 1979.
E’ il momento di annunciare il vincitore finale di Musicultura 2020: ad aggiudicarsi il titolo è Fabio Curto con “Domenica”. L’artista viene richiamato sul palco a eseguire nuovamente la canzone portata in gara.
“Sono contento che uno dei capisaldi della ripartenza della musica dal vivo dopo l’emergenza sanitaria sia stato Musicultura”, ha dichiarato Ruggeri nella conferenza stampa tenuta allo Sferisterio al termine della serata – seguita in diretta su Facebook, hanno fatto sapere gli organizzatori, da circa 170mila utenti: “Il livello dei quattro finalisti è stato fantastico, e il calore del pubblico – benché ridotto dal punto di vista numerico – si è sentito. Anche questa volta ci siamo distinti per qualità. Questa è un’oasi felice: qui – nei ragazzi che hanno partecipato – c’è una purezza di spirito che va custodita. Ecco perché qui mi sento veramente a casa”.
“Per me partecipare a un altro concorso non è stato facile, per diverse ragioni”, ha spiegato il vincitore di Musicultura 2020 Fabio Curto: “Con The Voice mi sono ritrovato catapultato in un mondo, quello televisivo, che non era il mio, e rocambolescamente ho vinto. Partecipare a Musicultura era un mio sono nel cassetto, ma temevo di affrontarlo per una serie di ragioni: mi sono messo in gioco, rischiando di essere eliminato, ma non mi è mai interessato nulla di vincere. Quello che mi è sempre stato a cuore è dimostrare quanto amore metto in quello che faccio. Quando la mia musica arriva presso il pubblico e genera un coinvolgimento realizzo la magia che cerco nel fare questo mestiere. Il pubblico di Musicultura mi ha fatto il regalo più bello che potessi ricevere nella mia carriera musicale. ‘Domenica’ l’ho scritta un paio d’anni fa. E’ nata in inglese, e riassumeva tutte le sensazioni della domenica, in giorno in cui si ha il tempo di osservare le persone, di immaginare la settimana che hanno vissuto. Da bambino amavo la domenica proprio per questo: era un giorno più educato, più gioviale, un giorno speciale per me”.
Riguarda a questo indirizzo la registrazione audio/video della prima serata finale di Musicultura 2020.