Cinque colpi di pistola esplosi a bruciapelo da un fan psicopatico mettono fine alla straordinaria epopea di John Lennon, il Beatle ribelle. Due mesi prima, aveva compiuto 40 anni. Al suo fianco, nell’agguato omicida al Dakota Building, la loro lussuosa residenza newyorkese, la moglie Yoko Ono, una delle figure più controverse nella storia del rock, colpevole (secondo alcuni) di aver provocato lo scioglimento dei Fab Four. In realtà, quella tra John e Yoko è stata una storia d’amore intensa e travolgente, una delle più belle e significative del Novecento.
Un sodalizio artistico, ideologico e spirituale tra due personaggi geniali che ha cambiato la vita di entrambi e segnato
questo spettacolo che, con racconti, suoni e visioni, narra l’intera vicenda Lennon-Ono, dalle origini al tragico finale, attraverso una curiosa e interessante aneddotica, tante suggestive immagini storiche e canzoni bellissime. Dal primo incontro nella Indica Gallery ai bed in pacifisti, dal matrimonio a Gibilterra alle vicissitudini newyorkesi, dai giorni della crisi e dei “weekend” perduti alla rasserenata quiete famigliare sino al drammatico epilogo, La Ballata di John & Yoko rivive più suggestiva e attuale che mai a 40 anni dalla morte di Lennon e in occasione di quello che sarebbe stato il suo 80esimo compleanno.
Ezio Guaitamacchi (narratore), chitarre, ukulele, autoharp; Brunella Boschetti Venturi (Mae Pang), voce. E con la partecipazione straordinaria di: Andrea Mirò (Yoko), voce, pianoforte, chitarra, violino; Omar Pedrini (John), voce, chitarra.
“Vedi alla voce”
Serata con fantasmi enigmatici e pacifici.
Stefano Bartezzaghi e Pacifico insieme sul palco per una serata speciale, accompagnati da Antonello Leofreddi alla viola. Persone celebri e sconosciuti di valore verranno evocati tramite canzoni e racconti, un concertino spiritico di fine estate per praticare buchi nella memoria, e dentro questi stivare le canzonacce sconce, gli enigmi risolti in sogno e dimenticati al risveglio, le voci fuori palco degli attori e i rumori di scena.
Opening “Migaso”
Figlio di italiani emigrati in Francia per cercare lavoro, Migaso nasce e muove i primi passi nei tristi e freddi sobborghi di Parigi. L’inserimento nella società sarà difficile perché Migaso vive da italiano ma deve adeguarsi alla mentalità francese. A scuola i compagni lo chiamano “le Rital”, ma guai a chi osa oltraggiare le sue origini e la sua famiglia. In questo clima complesso troverà nell’amore per la chitarra e per la musica la chiave di volta per dare un senso alla sua vita. La sua musica è un mix di tutte le esperienze fatte nella vita: le origini italiane, il blues, il rock, la cultura e la musica delle notti parigine. Una chitarra onnipresente, indiavolata, aggressiva. Una voce soave e diversa che deve farsi strada per aprire il suo cuore. Basato su valori che gli sembrano primordiali, Migaso è una voce amica in un mondo di follia.
Antonio Faraò piano, Marco Ricci contrabbasso, Mike Baker batteria.
Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, ha suonato con i più prestigiosi artisti, Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Il suo stile è inconfondibile: una brillantezza tecnica con un’impetuosa carica emotiva, una notevole vena compositiva e un travolgente senso ritmico. Nel 1998 riceve il più prestigioso dei riconoscimenti, il primo premio al “Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal”, indetto dalla Città di Parigi: un evento che ha lanciato Faraò ancora più intensamente nei circuiti europei della musica contemporanea. È stato invitato diverse volte da Herbie Hancock per partecipare all’International Jazz Day evento mondiale del jazz organizzato dall’ Unesco e dalle Nazioni Unite.