LETTERA APERTA AL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI
Egregio signor Ministro,
abbiamo molto apprezzato il suo lavoro in questi mesi difficili e siamo certi che Lei continuerà ad operare per lo sviluppo culturale del nostro Paese e per il bene dell’intero comparto.
Detto ciò ci corre l’obbligo di far notare che quanto contenuto nel decreto di sostegno ai teatri privati rappresenta una decisione ingiusta e discriminatoria che ha creato una frattura nel bistrattato mondo dei teatri privati; un precedente molto pericoloso ed incomprensibile a meno che – per mancanza di fondi – non si sia voluto aiutare solo una parte di un settore che è stato il primo a chiudere e sarà (non è dato sapere ancora quando) l’ultimo ad aprire.
Non ci sono i fondi?
Allora Ministro eviti il finanziamento (10 milioni) rappresentato dalla piattaforma “Netflix della cultura” che rischia di premiare i soliti pochi noti (con tutto il rispetto che ad essi si deve).
A proposito del decreto – presentato come una panacea – Lei Ministro ha dichiarato: “Queste misure di sostegno per i teatri privati – si sommano a quelle messe in campo sin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria per sostenere l’intero settore dello Spettacolo dal Vivo che è uno dei settori più colpiti e che avrà tempi di ripresa più lenti”.
Bene! Ma viene da chiedere: i teatri sotto i 300 posti come andranno avanti? Come sarà aiutata quella parte dei “dimenticati” che rappresentano, da sempre, anch’essi, la ricchezza culturale del nostro Paese, la ricerca, la sperimentazione, gli avamposti culturali che spesso sono l’unico punto di riferimento di territori nei quali il degrado si tocca con mano e l’isolamento, l’incultura, gli egoismi elevati a status la fanno da padrone?
Questi teatri “non considerati” e cancellati con un decreto – che speriamo Lei voglia fermare – sono luoghi che rappresentano una grande opportunità di circolazione di idee e di occupazione.
Egregio Ministro Lei sa benissimo che il nostro è un grande Paese che si è retto e sviluppato grazie alla diffusa presenza delle microimprese, della piccola e media impresa (e non solo della grande, buona parte, tra l’altro, in mano straniera). Rispetto a quanto è scritto nel decreto è come se si fosse deciso di abbandonare, rinunciare alla spina dorsale del nostro paese (micro, piccola e media impresa).
Ministro se possibile faccia riscrivere anche le condizioni per ottenere gli aiuti previsti, il parametro non può essere “confezionato” su misura solo per quei soggetti più strutturati.
Lei ha dichiarato “Nel ritorno graduale alla ripresa delle attività è necessario che il sistema di aiuti, ammortizzatori sociali e indennizzi si adatti ai settori che stanno riscontrando maggiori criticità”. I 10 milioni di euro verranno ripartiti tra i beneficiari in misura proporzionale ai minori incassi nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, in rapporto agli incassi ottenuti nello stesso periodo nel corso del 2019.”
Al contrario la proposta di ripartizione, contenuta nel decreto, contraddice il Suo intento e sembra scritta da chi, pur conoscendo e dirigendo da anni il settore, non è – volutamente o meno – in grado di comprenderne i meccanismi.
Questi, e non altri, debbono essere i criteri: il mancato incasso quindi e non il numero delle giornate lavorative perché anche qui scatterebbe una discriminazione in quanto molti teatri svolgono buona parte della loro attività ospitando spettacoli di altre compagnie.
Siamo certi che Lei applicherà una revisione del decreto “per il ristoro dei mancati introiti da biglietteria e abbonamenti degli esercizi teatrali privati” che non escluda nessun teatro privato e che interverrà per evitare questo vulnus e fermare questa palese ingiustizia.
La gioia della fruizione della Cultura e dei saperi, dell’aggregazione, della conoscenza e il ruolo sociale che svolgono il Teatro, i Teatri, lo Spettacolo dal Vivo nel nostro Paese non possono essere ad appannaggio solo di chi ha un certo numero di posti a sedere o di chi ha sviluppato molte giornate di lavoro, ma di tutti quei teatri che, con sempre maggiori difficoltà, portano avanti i loro progetti al servizio della comunità. La cultura è salute e benessere e tutti i teatri lavorano per questi obiettivi.
Buon lavoro Ministro.