A Lemon, “Green”
(Urtovox Records, 2020)
Dietro lo pseudonimo agrumato di A Lemon si cela il polistrumentista Alessandro Moncada, che pubblica per Urtovox Records – miglior etichetta discografica al M.E.I. 2006 – questo ottimo esordio dal titolo “Green”, un inno alla meraviglia della natura, alla mutevolezza delle stagioni, ai cambiamenti fisici, a quelli mentali.
Ispirato da un periodo negli States e da un’intensa attività live, A Lemon scrive la musica e i testi di questo lavoro di nove tracce in inglese, anticipato dai singoli “Voodoo” e “The Way Things Are”, che si lascia ascoltare con curiosità, la cui fruizione invita con cordialità alla calma e alla contemplazione dell’ascolto in questione. Sonorità pop – funk congiunte ad una velata vena elettronica vanno a comporre la matrice di questo album più che maturo per essere un esordio, dichiaratamente votato ai dorati e patinati settanta, che “Green” piacevolmente ricorda e rielabora vestendo i propri pezzi di sfumature iridescenti ed ipnotiche.
Il risultato è un lavoro affascinante, assolutamente credibile pur nell’ambiziosità delle intenzioni, dall’atmosfera esotica e sognante, curatissimo nei dettagli, per nulla lasciati in balia della casualità. Naturalmente, sarebbe curioso poterlo ascoltare in italiano.
Traccia migliore: “Sea Of Green”
Voto: 7.5
Ivan Francesco Ballerini, “Cavallo pazzo”
(Radici Music Records, 2020)
“Cavallo pazzo” è l’esordio discografico del cantautore toscano Ivan Francesco Ballerini, fuori per la Radici Music Records di Aldo Coppola Neri. Dieci inediti in italiano vanno a comporre questo bel concept album dedicato alla vita degli indiani d’America, ma non solo: Ballerini, con splendide immagini sonore legate e prati e praterie sconfinate, realizza un disco che è la metafora del dilagante degrado della civiltà umana che troppo spesso si tramuta in inciviltà, votata all’autodistruzione e alla manipolazione.
Dal primo singolo estratto, “Gufo grazioso”, alla delicata canzone d’amore “Ragazza sioux”, la maggiore abilità che Ballerini sapientemente sperimenta nel lavoro in questione è la grande capacità di saper dipingere con le note i ritratti degli scenari, dei luoghi, delle persone e delle sensazioni in maniera ammaliante, estremamente comunicativa, chiara, diretta e senza fronzoli, nel risultato di un disco piacevolmente “alla vecchia”, scevro di orpelli e sovrastrutture. Con un cantautorato limpido coadiuvato dall’abilità chitarristica di Ballerini e dell’arrangiatore – chitarrista Alberto Checcacci, “Cavallo pazzo” si rivela un ascolto riflessivo, carismatico, poco pretenzioso, frutto di un lavoro certosino di scrittura che restituisce una fruizione andante e briosa, felicemente noncurante delle mode attuali.
Traccia migliore: “Ragazza sioux”
Voto: 7.5
FRANCESCA AMODIO