A causa della pandemia collegata a Covid-19, che lo si voglia o meno, è indubbio che da qui a breve-medio futuro (si può ipotizzare un lasso di tempo che vada da domani a 15/18 mesi) la fruizione dei concerti dal vivo debba andare comunque incontro a sostanziali cambiamenti a prescindere da ciò che verrà elencato nelle prossime direttive ufficiali relative alle possibilità dei vari promoter di poter riuscire ad eventualmente organizzare spettacoli di concerti musicali dal vivo nella prossima stagione estiva e anche autunnale (specialmente in campo jazzistico e dunque con pubblico ridotto), sentito il parere innanzitutto degli artisti (per i quali resta ovvia ed essenziale la libertà etica di ognuno) e pure quello di diversi contatti a livello nazionale ed internazionale, le ipotetiche basi di ripartenza sulle quali poter ragionare parlano di tre diversi possibili step generali.
Fatto dunque salvo che un concerto dovrebbe comunque poter essere proposto sulle usuali basi standard,le eventuali alternative possano essere verificate in:
•1 – Concerto in due set per più pubblici
Al posto di un unico set per un pubblico X, a parità di cachet, la proposta che sembra incontrare favore, sarebbe quella di offrire uno spettacolo diviso in due distinti set della durata di almeno 60 minuti + bis a due pubblici diversi (anziché l’usuale standard dell’unico set della durata di 75’ oltre a bis), inframmezzati da un logico intervallo nel quale predisporre il servizio di sanificazione di locali/sedie e zone comuni. In tal caso, la diversificazione oraria potrebbe ad esempio proporre un primo set alle ore 19 e un secondo alle ore 21:30/22:00). La maggior parte dei musicisti interpellati si dichiara pronta ad accettare la possibilità.
•2 – Concerto con la possibilità di web live-streaming
Per venire maggiormente incontro alle diverse situazioni che sarebbero comunque costrette ad una riduzione oltremodo significativa dei posti da mettere a disposizione dell’uditorio e nel caso di un promoter che non può attingere agli aiuti istituzionali in genere, può in molti casi essere presa in considerazione la possibilità di aggiungere alla serata un servizio di web live-streaming purché di alta qualità. Questa dovrà necessariamente avere basi professionali e meccanismi di controllo per cui lo stesso non sia replicabile (a meno di precisi e regolamentati accordi contrattuali) o scaricabile dalla rete. Anche nell’ ulteriore caso che il concerto resti a disposizione del pubblico con servizi “on demand” può essere regimentato contrattualmente e comunque dovrà essere limitato ad un periodo limitato di tempo e al numero dei passaggi e/o della permanenza in rete. In questo caso sarebbe decisamente auspicabile che il promoter riesca ad avere un sostanziale aiuto da parte di uno sponsor per coprire il quid di cachet maggiore che dovrebbe necessariamente essere richiesto.
•3 – Concerto ripreso in audio-video per usi web
Un classico caso laddove si voglia invece creare un vero “evento” è quello della possibilità solo per web di un concerto senza pubblico e ambientato in precise location particolari che può essere “montato” in stile video e proposto poi quale appunto “evento” una tantum in streaming. Può essere verificato come una via sostanzialmente nuova per proporre jazz oggi e in attesa della ripartenza dello spettacolo dal vivo. Sono ovviamente necessari artisti dotati di una certa qual sensibilità e un promoter certamente dotato di iniziativa e collegato ad un media-sponsor di livello. Anche in questo caso dovrà essere considerata la non replicabilità del materiale (a meno che esista una liberatoria) e che venga considerata sempre la proprietà intellettuale dell’artista.
Note essenziali
• Le richieste base extra-commerciali in senso stretto sono quelle di avere a disposizione una squadra tecnica davvero preparata e sensibile alla particolare materia musicale come quella jazzistica, quindi distanti, parlando specificatamente del campo video-immagine, dalle conosciute capacità professionali di gran parte degli operatori del settore oggi operanti. L’idea che il futuro debba essere sostanzialmente diverso anche in questo campo deve certamente basarsi anche su questi presupposti, anche per accattivare e conquistare alla causa nuovi potenziali pubblici.
• Tutti gli appartenenti alla cerchia della musica jazz contemporanea dovrebbero dare il massimo per la ripartenza. Nel rispetto reciproco ma, soprattutto, nel rispetto di chi lavora e riempie (anche con un potere commerciale) i palinsesti dei festival e delle rassegne oltre che per le comunità. Pannonica Srl, Maggio 2020