È il settore più penalizzato: cinema, teatro, musica, danza bloccati da oltre due mesi. Artisti e tecnici senza contratto e senza stipendio. Ecco perchè la voglia di ripartire è tanta, se non a fare spettacoli almeno a provare. E qualche segnale comincia a intravvedersi. Ieri mattina in video conferenza il Ministro Franceschini ha ascoltato una rappresentanza di artisti – Stefano Accorsi, Alessio Boni, Roberto Bolle, Emma Dante, Anna Foglietta, Carlo Fontana, Paolo Fresu, Monica Guerritore, Vinicio Marchioni, Stefano Massini, Roy Paci, Nicola Piovani, Vittoria Puccini, Luca Salsi – annunciando anche una serie di importanti decisioni per lo Spettacolo dal vivo, con l’inserimento nel “decreto aprile” sulla pandemia di alcune norme: l’erogazione immediata dell’80 per cento del contributo Fus (il Fondo unico per lo Spettacolo) 2020, misure per rafforzare le indennità e le tutele dei lavoratori, rafforzamento degli ammortizzatori sociali per gli intermittenti e precari.
Ma sempre ieri mattina Franceschini ha anche ricevuto un cronoprogramma e un protocollo di misure redatto da esperti e presentato dall’Agis, l’associazione che raccoglie tutte le categorie del settore per la ripresa dell’attività. Misure che riguardano come ripartire, come ridare fiato a un settore che ancora vive nello smarrimento di non avere dal governo neanche un orizzonte temporale sulla possibile riapertura, cosa che dalla Scala in giù tutti sperano avvenga presto.
Il protocollo prospetta innanzitutto una gradualità, cominciando con l’apertura dagli uffici, poi la scenotecnica, le prove e infine gli spettacoli, prima all’aperto, per poi passare a quelli al chiuso. Soprattutto si chiede “la rimozione sollecita della sospensione delle attività produttive, con anticipo rispetto al calendario di riavvio delle attività con pubblico”. Richiesta in linea sia con una proposta di permettere “le prove”, suggerita da Roberto Andò, regista e direttore dello Stabile di Napoli “per fare del teatro un laboratorio per scrutare il futuro” sia di avviare “l’esecuzione musicale di ensemble ridotti e senza pubblico in diretta streaming: un primo passo di attività fino al momento di esibirsi davanti al pubblico”, come ha dichiarato il direttore d’orchestra Daniele Gatti.
Ripartire in sicurezza, dunque: dalle protezioni individuali alle barriere di plexiglas per isolare i fiati dell’orchestra. “Il nostro programma è un punto di partenza – ha dichiarato Carlo Fontana, presidente dell’Agis, l’associazione che raccoglie le varie categorie dello spettacolo – Posso dire che il ministro ci sembra determinato e convinto nelle scelte da prendere. Siamo fiduciosi: i 130milioni del Cura Italia”sono un risultato, e nel decreto di maggio la proposta è di finanziamenti aggiuntivi”. La speranza è che, anche grazie alle misure suggerite nel protocollo, realmente a settembre si possa ripartire, ha auspicato Francesco Giambrone, presidente Anfols l’associazione delle Fondazioni liriche.
Le misure ha spiegato Filippo Fonsatti, presidente di Federvivo, riguardano un “protocollo unico per tutte le categorie e a livello nazionale che poi ognuno dovrà declinare per la propria realtà, per riaprire in sicurezza. Sapendo che finchè non si torna alla normalità non si potrà fare a meno degli ammortizzatori sociali”. Le misure, oltre alla gradualità di apertura nelle strutture, riguardano in generale l’introduzione di dispenser con soluzioni igienizzanti, l’obbligo delle mascherine, rivelazione della temperatura all’ingresso, distanziamento, biglietterie telematiche, ingressi scaglionati ecc… Per il pubblico, tra le curiosità c’è che il distanziamento può essere derogato solo per coppie e/o gruppi conviventi ma previa dichiarazione dello stato di convivenza insieme al biglietto.
Più complessa l’organizzazione per la sicurezza degli artisti. Per esempio nei casi in cui è più difficile il rispetto delle misure di distanziamento (ballerini, coro, orchestra) “si propone l’individuazione di un piano di test e monitoraggi periodici sotto vigilanza medica”. Per le orchestre, oltre alla proposta venuta da uno studio del Ravenna Festival di eventuali barriere in plexiglass gli strumenti a fiato, per i coristi, si possono prevedere esibizioni con ensemble ridotti. Misure necessarie, ovviamente, ma che impatteranno non poco nei conti già provati dei teatri, “si va da alcune decine di migliaia di euro per le sale piccole a qualche centinaia di migliaia di euro per i teatri grandi – ha spiegato Filippo Fonsatti – Spese che si aggiungono all’altra questione che riguarderà i mancati ricavi dovuti al distanziamento che possono essere milioni di euro. Ma è difficile quantificare perché senza avere i tempi della riapertura ci troviamo nell’impossibilità di pianificare un piano di produzione e di riflesso anche il riflesso contabile che questo avrà. Una situazione snervante ma, ci tengo a dirlo, sempre meno di quella degli artisti che non sanno come pagare i mutui e sono senza stipendi. Certo non è colpa del governo, ma al governo sollecitiamo di darci un orizzonte temporale per cominciare a fare dei piani sicuri”.
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