Ondanueve String Quartet, “Mutazioni”
(Radici Music Records, 2019)
Son decisamente finiti i tempi in cui l’uguaglianza violino, viola e violoncello stava a significare sempre e solo un genere di musica, quella classica. I napoletani Ondanueve String Quartet col loro ultimo lavoro “Mutazioni”, sono la dimostrazione vivente di come un melting pot ragionato e curato nei dettagli non conosca barriera alcuna, ed è quello che hanno fatto Paolo Sasso e Andrea Esposito ai violini, Luigi Tufano alla viola e Marco Pescosolido al violoncello, con la partecipazione di Riccardo Schmitt alle percussioni: l’ascolto di “Mutazioni” è un viaggio sonoro ipnotico in un sound che dalla loro amata Napoli, densa di folklore, colore e tradizione, salpa per mete lontane e sconosciute, avvolte da sonorità etniche che finiscono per abbracciare le note del folk d’Irlanda, del valzer, passando per il tango per approdare quindi al flamenco; un’operazione pretenziosa, certo, ma della quale i nostri risultano essere perfettamente all’altezza. “Mutazioni” pertanto trasporta l’ascoltatore in un mondo parallelo, ammaliante e magnetico, creando un immaginario cinematografico tangibile e reale (non è un caso che il gruppo abbia firmato colonne sonore per Sorrentino, Cotroneo, Ozpetek, Placido, Miniero, Albanese). Ascolto imprescindibile, consigliatissimo.
Voto: 8
Traccia migliore: “Filumena”
Quomo, “Il mondo della mancanza”
(distr. Artist First, 2019)
Ventiquattro anni appena, con i natali ad Amalfi ma tiburtino d’adozione, le sette tracce del lavoro d’esordio del giovane Quomo, che affida le chitarre ad Andrea Cauduro e Massimo Coccia, il basso a David Denora e la batteria a Fabrizio Candidi (co-produttore del disco), ci offrono l’esatto ritratto di ciò che l’artista in questione è: un giovane uomo che ha ben compreso, fin da questa sua prima fatica, quanto ne serva di quest’ultima per diventare ciò che si è, per dirla con Alan Watts; anticipato dai singoli “Rumore mentale”, “L’alba e la luna” e un brano non presente nell’album, dal titolo “Uscirà una musica”, “Il mondo della mancanza” contiene sette tracce in italiano godibili, intense, intime ed universali, sublimate dalla voce profonda di Quomo; il sound dei brani è trascinante e coinvolgente, lontano dalle tendenze modaiole indie-pop del momento, nella proposta di un cantautorato originale ed autentico, che dà vita a brani viscerali, fascinosi, seducenti. Fruibile pur nella sua complessità e ricercatezza, “Il mondo della mancanza” è un lavoro composito ed erudito, raffinato, nobilitato da una scrittura testuale moderna e mai banale. Un ottimo inizio per Quomo, che già ampiamente dimostra una personalità sicura e anti convenzionale.
Voto: 7.5
Traccia migliore: “Rumore mentale”
FRANCESCA AMODIO