Emerso è il titolo del nuovo album di Gianmarco Vumo, cantautore e polistrumentista tarantino classe ’92. Liberamente ispirato al mito di Orfeo ed Euridice, il disco si focalizza proprio sul momento in cui il cantore, emergendo dall’Ade, si volta e infrange la promessa fatta a Persefone di non guardare la propria amata prima di esser fuori dagli inferi, pena la sua scomparsa. Euridice quindi svanisce e Orfeo si lascia tragicamente alle spalle la donna e tutto ciò che ella rappresenta per lui. È da qui in poi che ha inizio il cammino musicale creato da Gianmarco Vumo, il quale lascia trasparire una delle tematiche centrali dell’album: la consapevolezza, ottenuta in seguito a quello che possiamo identificare come un viaggio introspettivo che gli ha permesso di non annegare, di non cedere, di emergere.
L’Ade si fa metafora del Sé di Orfeo, Euridice diviene rappresentazione del passato e delle convenzioni sociali; il gesto di voltarsi si scopre una decisione consapevole di Orfeo per essere finalmente libero. I brani di Emerso, scritti nell’arco di circa dieci anni, rispecchiano per l’autore proprio questa presa di coscienza, attraverso le esperienze dirette e quelle indirette vissute grazie alla letteratura, trasformandosi in una sorta di catarsi musicale.
L’album, composto da nove brani, è ottenuto da un mix di sonorità che partono dalla musica elettronica fino ad arrivare a quella etnica. L’orchestrazione è interamente affidata alle mani dell’artista, così come l’esecuzione della maggior parte degli strumenti. Le sfumature musicali permettono di coniugare perfettamente l’idea “letteraria” di Gianmarco, imprimendogli la capacità espressiva di cui ha bisogno, ottenuta da una profonda ricerca del sound e da idee molto chiare. Chiari sono anche i riferimenti musicali del disco, in grado di spaziare da De André a Faust’O, passando per Sébastien Tellier, Chet Baker e Serge Gainsbourg; ma anche tante influenze letterarie, come Cesare Pavese, Jules Laforgue, Carmelo Bene, Pasolini.