“Perché Sanremo è Sanremo!”
Se l’avete letta cantando, probabilmente siete tra gli oltre undici milioni di italiani che hanno assistito alla finale della settantesima edizione del Festival di Sanremo 2020, condotta da Amadeus: era dal 2002, edizione di Pippo Baudo, che non si verificava uno share così alto. Non è Sanremo senza polemichette, senza politica, senza retorica, senza melassa, senza comizi, ma soprattuto senza pagelle. Per cui, di seguito, 24 valutazioni secche e senza sconti dei big in gara.
Marco Masini, “Il Confronto”: il graffio della voce ancora c’è, il talento è da decenni una conferma, ma.. Son finite le idee.
VOTO: 7
Alberto Urso, “Il sole a est”: l’intenzione, quella di attualizzare il canto lirico tramite lo sposalizio con il pop, poteva pure essere nobile, per quanto utopica. Poco male, visto che non si è concretizzata.
VOTO: 6
Elettra Lamborghini, “Musica (e il resto scompare)”: dev’esserci stato un errore, visto che è la musica che è scomparsa ed è rimasto tutto il resto, le tette, il twerk, le natiche a vista. Va bene tutto, ma per andare a Sanremo non bisognava saper cantare?
VOTO: 4
Achille Lauro, “Me ne frego”: vedi sopra.
Anastasio, “Rosso di rabbia”: il pezzo è buono, il ragazzo ha carisma, ma a fatica riesce a distinguersi per originalità.
VOTO: 6
Bugo e Morgan, “Sincero”: il pezzo è di Bugo, ma, guarda caso, sembra uno dei Bluvertigo. Bugo ingessato come un calco, è Morgan il vero mostro da palcoscenico.
VOTO: 8
Elodie, “Andromeda”: il potenziale c’è, il timbro vocale è interessantissimo, ma un abito scollato non basta per fare presenza scenica e un brano da discoteca non è automaticamente una hit.
VOTO: 5
Enrico Nigiotti, “Baciami adesso”: le ha provate tutte, da Amici ad X Factor, approdando sul palco dell’Ariston prima nelle Nuove Proposte e poi nei Big. Insomma, non si può dire che non abbia avuto occasioni… Tutte sprecate. Il livello rimane quello del cantante da falò.
VOTO: 4
Francesco Gabbani, “Viceversa”: se questo è il suo livello di canzone impegnata, preferiamo la scimmia.
VOTO: 5
Giordana Angi, “Come mia madre”: le canzoni per mammà stringono sempre il cuore, ma che noia, che banalità.
VOTO: 5
Irene Grandi, “Finalmente io”: le firme di Vasco e Curreri non bastano a salvare questo pezzo, che a sua volta non riesce a salvarsi da questa patina anni novanta vetusta e impolverata. Ma la voce c’è.
VOTO: 6
Le Vibrazioni, “Dov’è”: finalmente un po’ di svecchiamento per Sarcina e soci, d’altronde il pezzo è scritto con Casalino, chi più di lui è in linea con le tendenze del pop odierno? Buona ri-partenza.
VOTO: 6.5
Levante, “Tikibombom”: il pezzo è davvero inconsistente, per quanto la ragazza tenti disperatamente di convincerci del contrario.
VOTO: 6
Junior Cally, “No grazie”: testo davvero interessante, ben scritto, voce intensa. Ottimo inizio.
VOTO: 7
Michele Zarrillo, “Nell’estasi o nel fango”: Zarrillo è sempre una garanzia, anche quando il pezzo non brilla particolarmente. Comunque godibile.
VOTO: 7.5
Paolo Jannacci, “Voglio parlarti adesso”: c’ha provato, ma di papà Enzo c’è solo la faccia. Manca l’interpretazione, il guizzo, il carisma.
VOTO: 4.5
Piero Pelù, “Gigante”: nonostante non esca di un millimetro dagli standard della canzoncina rock, Pelù resta comunque il titolo della sua canzone.
VOTO: 7.5
Pinguini Tattici Nucleari, “Ringo Starr”: il pezzo è orecchiabile e simpatico e Zanotti canta pure bene, fattore mica tanto scontato in questa edizione…
VOTO: 7.5
Rancore, “Eden”: lo stile ricorda vagamente quello del grande pioniere Militant A, ma la strada è ancora lunga.
VOTO: 7
Raphael Gualazzi, “Carioca”: fra i meriti di questo ragazzo vi è quello di infischiarsene delle mode del momento, per portare avanti un’idea jazz-pop contemporanea vincente, anche se non sempre brillante.
VOTO: 7.5
Riki, “Lo sappiamo entrambi”: la faccia d’angelo aiuta a sopportare l’agonia di questo pezzo, ma non basta, per niente.
VOTO: 4
Rita Pavone, “Niente (Resilienza 74”): e resiliente è questa donna, la cui età anagrafica nel titolo tradisce l’energia e la grinta di una ventenne, sprigionate in un brano di tutto rispetto. Ancora credibilissima.
VOTO: 7.5
Tosca, “Ho amato tutto”: e noi tutto abbiamo amato di quest’artista impeccabile, che ha dato una lezione di classe, di stile, di interpretazione e di canto a tutti.
VOTO: 8
(VINCITORE) Diodato, “Fai rumore”: ha vinto il bel canto, ha vinto la voce, l’interpretazione, il carisma, la presenza scenica, la passione, la scrittura, la misura. Ha vinto tutto ciò che realmente serviva a questo Festival e, in generale, alla musica oggi.
VOTO: 9
Francesca Amodio