“Lella” 50
Tutto era iniziato a giugno con la richiesta di fissare in un video da diffondere sul web una mia breve conversazione con Edoardo De Angelis e Stelio Gicca Palli, gli autori di Lella, per i cinquant’anni della celebre canzone romana. L’intervista è poi diventata parte di un mini-dossier sul brano pubblicato in ottobre nel n.22 del bimestrale Vinile ed è stata presentata integralmente – in Internet giravano solo alcuni estratti – al MEI di Faenza. Nel frattempo, in maniera del tutto spontanea, si era creato un piccolo team con l’obiettivo di organizzare una serata celebrativa, team in cui rivestivo il ruolo di… diciamo “direttore artistico”, anche se lo scambio di idee e opinioni era costante e sempre molto proficuo; e infine, dato che serviva un presentatore e la logica voleva che fossi io, ho svolto piacevolmente pure questo compito.
Ve la faccio il più breve possibile. Lo scorso 4 dicembre, nell’appropriata, bella cornice de L’asino che vola, si è dato a Lella quel che è di Lella con l’evento “So’ stato io: Lella 50”. Si è partiti proiettando l’omonimo cortometraggio ispirato alla canzone e vincitore di vari premi, alla presenza del regista Michele Capuano e del cast (Barbara Chichiarelli, Giacomo Bottoni, Alessandro Bernardini). Quindi, dopo uno stralcio della videointervista di cui sopra (per eventuali interessati, qui c’è la versione completa), è stata la volta della musica, con una lunga e significativa serie di artisti ad avvicendarsi sul palco con set di dieci/quindici minuti. In ordine di apparizione, Le Romane, Alessandro Pieravanti, Ardecore, BandaJorona, Lavinia Mancusi (poi raggiunta da Sara Jane Ceccarelli per una sorprendente Lella in inglese), Edoardo Vianello, Mimmo Locasciulli (che non ha cantato ma che ha saputo comunque catalizzare l’attenzione), Stelio Gicca Palli (che dopo decenni di assenza dalle scene è appena tornato con un suo album, Le frasi non dette), Lucilla Galeazzi ed Edoardo De Angelis, con il suggello di una Lella corale interpretata dagli ospiti più o meno al completo. Tutto è filato liscio, non si è nemmeno sforato più di tanto e una volta calato il sipario si vedevano solo sorrisi, a dimostrare che, sì, l’obiettivo era stato centrato. Adattando alla bisogna le parole di uno che avrebbe potuto affacciarsi ma non l’ha fatto, “Grazie Lella che ci fai piangere e abbracciarci ancora”.
Non è questa la sede per parlare della canzone e dei suoi significati effettivi e presunti (nella videointervista, però, c’è tutto), ma non posso né voglio evitare di spendere queste ultime righe per ringraziare di cuore gli artisti che si sono prestati con entusiasmo a rendere speciale la nostra festa, il pubblico folto e partecipe e tutti coloro senza i quali nulla sarebbe accaduto: Roberto Vagnarelli, Carlo Roberti, Sara Root, Valentina Vagnarelli, Riccardo Rozzera e Jonathan Giustini. Oltre, certo, a Edoardo e Stelio, che mezzo secolo fa hanno inventato questa canzone oggi tanto conosciuta da essere creduta da qualcuno un antico pezzo popolare. Grazie anche a Igor La Fontana per il suo Asino, un locale che non si può non amare, e ad Alberto Marchetti per le foto.
Titoli di coda, allora? Sì. Ma forse, come nei film della Marvel, ad essi potrebbe seguire una gustosa postilla. E non sto parlando del 45 giri in tiratura molto limitata (cento copie numerate) approntato per l’occasione, con la prima Lella e una Lella incisa quest’anno.