È uscita la seconda ristampa dell’album ”Canzoni Orfiche – la poesia di Dino Campana” doppio album del Vento dell’Altrove, opera vincitrice del primo contest nazionale dedicato a Dino Campana in musica, organizzato dal MEI, il Centro Studi Campaniani e con il patrocinio del comune di Firenze. Diciotto brani divisi in due cd che ripercorrono in un viaggio sonoro la vita del grande poeta di Marradi, inscindibile dai suoi stessi versi. Dal booklet del cd:
”Canzoni Orfiche” è il secondo lavoro in studio del Vento dell’Altrove: un concept album di canzoni ispirate alla vita e alla poesia del grande poeta italiano Dino Campana (molte sue poesie sono direttamente musicate senza alterare nessun verso). Idea che nasce a ottant’anni dalla morte del Poeta (primo marzo 2010) grazie a Marco Formaioni, curatore della giornata della poesia dedicata a Dino Campana e ideatore dei Canti Cantati (Dino Campana in musica). Si passa dalle più note composizioni di Campana come ”Vi amai nella città”, ”In un momento”, ”Batte Botte”, ”Il canto della Tenebra”, fino a opere tratte dal cosiddetto ”Quaderno” (contenente testi autografi di Dino Campana, ritrovato in un baule dal fratello del poeta, Manlio e pubblicato da Enrico Falqui nel 1942). Il lavoro di arrangiamento lirico-musicale è stato possibile grazie alla forte musicalità che anima tutta l’opera di Campana, il quale era ben consapevole che l’italiano è una tra le più musicali lingue del mondo. Non a caso nei suoi componimenti i riferimenti alla musica, alla melodia, all’armonia sono continui: anche nel titolo stesso dell’unica silloge da lui pubblicata, i ”Canti Orfici”, si evoca e si celebra la figura del mitico cantore, il poeta-musicista Orfeo. Secondo alcune testimonianze, lo stesso Campana amava trasformare in suono i suoi versi, declamandoli ad alta voce, specialmente dalle alture dei monti intorno a Marradi, come il monte Filetto. Scopo del lavoro è stato quindi estrarre quell’atmosfera orfica che vibra sempre come scossa elettrica nelle poesie di Campana, di aprire squarci evocativi sul suo mondo poetico, cercando di intensificare i suoi sogni e le sue visioni, la sua esasperata sensibilità di Poeta sempre proteso all’Altrove.
Francesco Landucci alla lira orfica in ”Monte Filetto, 25 settembre”