D. Prima di tutto una questione tecnica: su I MEI VENT’ANNI, il libro sul MEI edito dalle Edizioni Vololibero, Daniele Scarazzati parla della terza edizione della Festa delle Auto produzioni il 27 dicembre 1997 con i Bluvertigo, e nella pagina dopo dice che nel 1998 “la festa delle Auto produzioni cambia target, luogo, sede e nome e si trasforma nel MEI”
mentre anche sul sito c’è scritto che il MEI nasce nel novembre del 97 alla Fiera di Faenza per “occupare gli spazi” lasciati da una fiera del disco.
Esattamente com’è la storia???
R. Come abbiamo sempre detto ripercorrere la storia del MEI nell’era della sua nascita quando i giornali non ne parlavano e non c’era internet non e’ facile. Certamente nel 1995 e 1996 abbiamo fatto i primi due Festival delle Auto produzioni, figli maggiori del MEI,e nel 1997, viste le tantissime richieste di stand espositivi ci siamo spostati alla Fiera di Faenza e abbiamo cambiato nome in Meeting delle Etichette Indipendenti. Quindi il MEI di fatto c’è dal 1995 come evento mentre come marchio dal 1997. Infine, tra i fondatori, il sottoscritto, il musicista e cantastorie Daniele Scarazzati, l’organizzatrice e amministratrice Roberta Barberini e Giampaolo Ricci, passato poi all’informatica, e Cinzia Magnani, per la logistica, si discute di un’edizione del 1994 di cui pero’ non vi e’ certezza. Forse era una manifestazione contro il razzismo. Questa la storia, un po’ indecifrabile come il MEI stesso.
D. Il libro che ho letto (“I MIEI vent’anni”) arriva al 2014: puoi riassumere in 2 parole gli ultimi 4 MEI?
R. Travolto positivamente dai giovani e giovanissimi suoni dell’indie rock, della trap, del cantautorato nuovo che hanno rotto tutti i rapporti coi padri dell’indie che hanno fondato il MEI e portato la nuova musica indie italiana al successo facendo proprio al massimo il Do It Yourself di epoca punk attraverso i suoni dell’It-Pop, della Trap e del Cantautorato Indie
Rock, senza mai dimenticare ogni anno gli omaggi ai padre dell’indie come quello per i 40 anni degli Skiantos che ha avuto un grande successo soprattutto tra le giovani generazioni.
D. Hai idea di come sarà il futuro del MEI? Avete già degli obiettivi per il prossimo decennio?
R. Sicuramente faremo una grande festa al Sud in Sicilia a Ferragosto per i 25 anni del MEI come evento speciale nel 2020.
Per i prossimi due anni vorremmo fare insieme alla nuova Legge Regionale sulla Musica dell’Emilia-Romagna un grande investimento sui giovani artisti del nostro territorio. Poi passare il MEI alle nuove generazioni.
D. Puoi raccontare una cosa veramente incredibile che ti sia capitata in questi 30 anni di MEI?
R. Oltre al fatto, veramente incredibile, che credo sia l’unica manifestazione nella quale alla fine non si sa esattamente chi ha suonato e chi ha parlato veramente tante sono le partecipazioni e gli ingressi anche improvvisi, un caso credo unico, sono veramente tante. Alcune: la cosa piu’ psichedelica e’ stata la visita al MEI di Vittorio Sgarbi sulle tracce di Giovanna Melandri allora Ministro dei Beni Culturali. Avvolto da un codazzo di fan, milf e teen, l’unico suo interesse erano le ragazze presenti al MEI sia come musiciste che come standiste che come pubblico. L’incredibile è che meta’ di loro accettava e si faceva anche qualche selfie. Oppure quando Franco Battiato fece uno straordinario incontro con centinaia di giovani
cantautori e fans che gli avevano spedito dei demo e li aveva ascoltati tutti dando giudizi a chi glieli chiedeva con mio sommo stupore. Ma anche quando una chiesa sconsacrata fu presa d’assalto dai Nobraino e da Giovanni Lindo Ferretti insieme ai loro fans in un evento unico e infine quando entrando all’Osteria della Sghisa vidi Zibba chino a scrivere un testo di una canzone – mi disse- che fu realizzata grazie al fatto che ogni artista che passava di lì (Manuel Agnelli, Niccolo’ Fabi, Roy Paci, per citarne alcuni) aggiungeva una riga. Un lavoro collettivo poetico musicale. E tante altre cose ancora straordinarie potrei ricordare come quando – ma finisco qui, altrimenti l’elenco sarebbe lungo – andando al cinema a vedere il film di Jonathan Demme su Enzo Avitabile ho visto nella sua sala prove, dietro di lui, il manifesto del MEI -quello realizzato a mano da Malleus- che vinse l’anno precedente. Una grande soddisfazione.