Giovanni Guidi & Salida @Auditorium Parco della Musica (Rm) 19-05-18
Accoglienza calorosissima per il nuovo progetto del giovane – ma con un curriculum già invidiabile, con collaborazioni che vanno da Enrico Rava a Fabrizio Bosso, giusto per citarne due – pianista umbro Giovanni Guidi, che al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma ha presentato per la prima volta “Salida”, blasonato quartetto d’eccezione che vede il cubano David Virelles alle tastiere e gli americani Dezron Douglas e Gerald Cleaver, rispettivamente al contrabbasso e alla batteria, nella proposta di un repertorio originale che ha ammaliato un pubblico curioso ed attento.
In questa inusuale formazione, in cui convivono e si sposano perfettamente il pianoforte di Guidi e i pianoforti elettrici e le tastiere di Virelles, si snoda il dialogo tra i due ampliato dalla solida ritmica di Douglas e Cleaver, lasciando ampio margine d’azione all’improvvisazione con richiami tematici che punteggiano le varie sezioni; si denota quindi grande interplay fra i musicisti, caratteristica non ultima che rende fluida, piacevole ed appassionate la visione e soprattutto l’ascolto del concerto tutto.
Splendido, in dirittura finale, l’omaggio – interpretazione di uno dei capolavori del grande genio britannico Brian Eno, riuscitissimo, “By this river”, resa celebre in Italia da Nanni Moretti nel film “La stanza del figlio”.
Emozionante, calibrato, cadenzato e ben affiatato, il progetto “Salida” di Guidi è un’ottima evoluzione a riprova del conclamato talento del pianista, che ancora una volta convince alla grande.
Francesca Amodio
Sade Mangiaracina, “Le mie donne”
(Tŭk Music, 2018)
“Le mie donne” è il nuovo lavoro della giovane pianista siciliana Sade Mangiaracina (Simona Molinari, Amara, Franca Masu) uscito per la Tŭk Music di Paolo Fresu, etichetta fondata dal trombettista con lo scopo di produrre i talenti dell’attuale panorama jazz e non solo, e che ancora una volta non sbaglia con le intuizioni del talento.
Otto pezzi che sono un inno e una lode alla figura della donna, da un ideale di donna comune, forte e dominante, che scrive la storia ogni giorno della vita, fino all’eccezionalità di chi per i posteri ha dato molto nella speciale atipicità delle vite straordinarie di Amelia (Earhart, prima aviatrice della storia), Rosa (Parks, simbolo dell’attivismo statunitense per i diritti civili), Coco (Chanel, rivoluzionaria della moda), Frida (Kahlo, rivoluzionaria dell’arte), Malala (Yousafzai, Premio Nobel per la pace), Anna (Frank, simbolo della Shoah), Rita (Atria, simbolo di giustizia), fino Aung San Suu Kyi, icona politica per i diritti umani.
Pur essendo il pianoforte, naturalmente, il grande protagonista assoluto di questo lavoro ben confezionato che si lascia ascoltare con trasporto e passione, le composizioni della Mangiaracina alternano temi molto melodici, con brani in cui pertanto è forte l’impatto delle suddette melodie, ad altri in cui al vasto spazio si abbandona una ragionata improvvisazione.
Ne esce fuori quindi un lavoro consapevole e congetturato, mai sopra le righe, interamente composto ed arrangiato dalla pianista accompagnata da Marco Bardoscia al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria, oltre a Greg Osby e Ziad Trabelsi. Un disco dalla fruizione onnivora e cinematografica, un ascolto piacevolmente consigliato.
Tracce migliori: “Coco”, “Anna”, “Frida”
Voto: 8
Francesca Amodio