Tre domande a Luca Guercio dei Meganoidi
A sei anni di distanza dal loro ultimo lavoro, i Meganoidi tornano con “Delirio Experience”, ultima tappa del continuo viaggio di ricerca musicale dell’amata band ligure, che nell’ampio ventaglio di sperimentazioni riesce a mantenere ben salda la propria identità. Ce ne parla Luca Guercio.
Dopo il G8 di Genova i Meganoidi si definivano, in musica, “fuori dal giro”. Oggi, con “Delirio Experience”, qual è il vostro messaggio, diciassette anni dopo?
Diciassette anni fa eravamo “fuori dal giro”, oggi siamo dentro ad una “Delirio Experience”. Il delirio ed il caos rappresentano momenti della vita in cui viene premiata la lucidità. La lucidità deve andare a braccetto con una buona dose di consapevolezza. È curioso che sia proprio il caos intorno a volte a donarti la calma, un po’ come in una scena in slow motion di un film, dove intorno accade di tutto e il protagonista rimane fermo, immobile e sorridente circondato dal disastro. Il nostro messaggio è proprio questo, mantenere la calma, essere protagonisti, ma a differenza di un film, non recitare.
Chi erano i Meganoidi di “Zeta reticoli” e chi sono i Meganoidi adesso?
Siamo sempre gli stessi, non è cambiato nulla, siamo graziosamente incoscienti anche se per alcuni siamo “artisti coraggiosi”. Siamo operai delle note e rappresentiamo un piccolo esempio di artigianato discografico, facciamo da sempre quello che ci piace non ponendoci limiti di genere o creatività. Ci piace definire il nostro genere “Meganoidi”, o, per fare impazzire gli etichettatori seriali, “cantautorato spinto”. Riusciamo a fare le cose seriamente senza prenderci troppo sul serio, forse è questo il segreto di questi 20 anni passati a suonare.
Un artista del passato con cui avreste voluto collaborare e un artista contemporaneo che ascoltate spesso?
Siamo degli onnivori musicali, quindi limitarsi a citare due nomi sarebbe riduttivo, ma sicuramente, volendo fantasticare e fare un nome, sarebbe stato un sogno collaborare con una mente come Syd Barrett. Trovare un artista contemporaneo che ascoltiamo spesso è difficile perché ascoltiamo moltissima musica, ma se devo riassumere con il nome di una band attuale, quello che rappresenta per noi l’attitudine rock che amiamo, mi posso sbilanciare facendo il nome dei grandiosi Foo Fighters.
Francesca Amodio
Recensione di “Triology” (Giuliani, Damiani, Gatto) @ Linea, Museo MAXXI – Rm 09-03-18
Grande successo per la prima serata della rassegna “Jazzin’Linea”, iniziativa dedicata al migliore jazz contemporaneo con la direzione artistica di Susanna Stivali tenutasi presso l’elegante ristorante “Linea” del MAXXI di Roma, una scelta innovativa e di classe per valorizzare uno spazio capitolino importante anche oltre e fuori la sua dedicata funzione d’uso dedicata all’arte.
Gli ospiti di stasera sono tre giganti del jazz di oggi, Rosario Giuliani al sax, Paolo Damiani al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria che danno vita a “Triology”, una formazione inedita che in passato ha già visto i tre solisti insieme in svariate formazioni, e che stasera deliziano l’attenta platea capitolina con la proposta di composizioni edite ed inedite dei tre, che insieme fanno incontrare nomi del calibro di Pat Metheny, Enrico Rava, Gonzalo Rubalcaba, George Coleman, John Scofield, tanto per citarne alcuni, fra le collaborazioni di ognuno.
Fra omaggi toccanti a tre stelle del jazz come Massimo Urbani, Marco Tamburini e Charlie Haden (col brano “Our Spanish love song”) e composizioni che inneggiano alla libertà, maggiormente conferita dall’assenza di uno strumento armonico, conseguendone pertanto un’improvvisazione in maggior misura, il concerto di questi tre eccellenti musicisti, preceduti ciascuno dalle relative altisonanti carriere nonché da proverbiali simpatia ed umiltà, procede in assoluta godibilità e leggerezza, ma anche in momenti di grande trazione comunicativa ed intensità, nel risultato di un live caleidoscopico, interessante e creativo.
Prossimi appuntamenti: Luca Mannutza’s 4tet, Allulli – Zanisi – Sferra Trio, Javier Girotto e Natalio Mangalavite, Stefania Tallini Toca trio, Susanna Stivali in quartetto & altri.
Info su: www.lineaetypo.it
Francesca Amodio