Cisal Sacs, anche come componente del coordinamento StaGe!, come Sindacato autonomo, ha partecipato in video-conferenza al tavolo di lavoro sul cinema presso il Mibact in rappresentanza dei lavoratori del Cinema e dell’ Audiovisivo. Pascal Pezzuto, Ha inoltre interloquito mercoledì scorso, in qualità di Segretario Nazionale, con il Direttore Generale dr. Nicola Borrelli ottenendo qualche segnale di accoglimento delle proposte presentate
Qui sotto le proposte:
INTERVENTI URGENTI PER IL
CI N EMA ITALIANO’NON I N DUSTRIALE’
1. Premessa
Con legge n. 220 del 20L6, il legislatore italiano ha dimostrato un’enorme sensibilità nei confronti delle produzioni cinematografiche dotate di pochi mezzi economici, ma che realizzano opere importanti. Potremmo eufemisticamente definire tali strutture “non industriali”, per non usare l’aggettivo “povere”. Sono queste imprese, che oggi, in piena pandemia, vanno tutelate prioritariamente. Le altre, quelle industriali, continuano fortunatamente a lavorare, sfidando il virus. Ma hanno le risorseeconomiche per poterlo fare! Le imprese non industriali, invece, hanno come capitale sociale unicamente progetti di alta qualità, in gracio di rilanciare il Cinema Italiano nel mondo. Sono imprese, che sfuggono alle logiche di mercato, impegnate più che altro ad ottenere risultati sul piano culturale e sociale. Per esse il legislatore ha previsto, all’art. 25 della citata legge, i c.d. “contributi selettivi”, che si possono ottenere senza alcun obbligo economico e senza essere titolari di una posizionecontabile presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. “Conditio sine qua non” è solo che si realizzino opere audiovisive di nazionalità italiana e di alto spessore culturale, e che si abbia un occhio di riguardo per le giovani generazioni. La “Ratio legis” è chiarissima: tutelare ciò che è prezioso, anche se prodotto da organizzazioni econom ica mente irrilevanti.
2. Tax credit interno
Questo eccezionale strumento, il tax credit interno, previsto sempre daila succitata legge n. 22O del 2016, consente una defiscalizzazione a volte pari addirittura al 40% del budget previsto per la realizzazione di opere cinematografiche.
Ma il Decreto attuativo, e precisamente il Decreto Ministeriale 15 marzo 20L8, che regolamenta il tax credit, sembra aver dimenticato il particolare trattamento riservato dalla legge alle imprese economicamente deboli. lnfatti, tale decreto impone una discutibile condizione per l’accesso al noto beneficio fiscale: bisogna avere un capitale sociale minimo ed un patrimonio netto non inferiori a 40.000 euro. Se per le imprese industriali tutto ciò non rappresenta un problema, per le piccole