Forlì Open Music 2020
D’Istante
V edizione del festival dedicato a differenti linguaggi sonori, dalla tradizione al presente, con omaggio al geniale compositore Claude Debussy,
le prime assolute di Riccardo Nova, Stefano Scodanibbio, Daniela Terranova e Michael Pisaru-Liu, e le improvvisazioni di Fabrizio Ottaviucci, Elio Martusciello e Alexander Hawkins
sabato 5 e domenica 6 dicembre 2020
Chiesa San Giacomo
Piazza Guido da Montefeltro – Forlì
Ingresso libero
Forlì è pronta ad accogliere la quinta edizione del Forlì Open Music (FOM) che si svolgerà il 5 e 6 dicembre tra le millenarie mura della Chiesa di San Giacomo. “D’Istante” è la parola d’ordine di questa edizione che legherà i diversi appuntamenti attraversando i linguaggi musicali più svariati, dalla tradizione al presente.
Una manifestazione unica che dal 2019 accoglie al suo interno il Festival di Musica Contemporanea Italiana e negli anni si è distinta per aver ospitato prime esecuzioni assolute commissionate per l’occasione, interpreti di fama internazionale ed eventi eccezionali, come nel 2017 quando presentò la data in esclusiva del grande cornettista di Chicago Rob Mazurek con la prima assoluta di The Forlì Scores, dedicata alla città romagnola, o nel 2018 con la prima mondiale di Open Border, progetto appositamente commissionato a due esponenti tra i più rilevanti della musica contemporanea, Gianni Trovalusci e Luigi Ceccarelli e a due dei più noti esponenti della musica jazz attuale, Hamid Drake e Ken Vandermark, documentato in un LP uscito nel 2020.
E l’edizione di quest’anno non sarà da meno. Dall’omaggio a Claude Debussy, geniale innovatore del linguaggio musicale occidentale, con quattro composizioni in programma e una conversazione/concerto, alla musica contemporanea italiana con le prime assolute di Daniela Terranova, Riccardo Nova e Stefano Scodanibbio nelle interpretazioni di musicisti di caratura internazionale quali il duo Dillo-Torquati, i solisti Manuel Zurria, Ciro Longobardi e il Sidera Saxophone Quartet.
Uscendo dal territorio nazionale sempre in prima assoluta ci sarà un brano dell’americano Michael Pisaru-Liu , dedicato a Enrico Malatesta, mentre dalla Francia, oltre allo sguardo al compositore impressionista, troveranno spazio pagine aperte e sperimentali di Luc Ferrari e del compositore minimalista lituano Ricardas Kabelis.
Con l’elettronica di Elio Martusciello e il pianoforte di diversa provenienza rappresentato da Fabrizio Ottaviucci e Alexander Hawkins il programma sconfinerà nell’improvvisazione totale, esplorando ed esprimendo in estemporanea e da diversi punti di vista il pensiero artistico dell’oggi.
Completano il programma il concerto degli studenti degli istituti musicali forlivesi, quest’anno diretti da Elio Martusciello, e la mostra personale del fotografo Pietro Bandini che illuminerà il San Giacomo per la due giorni musicale.
La partecipazione agli spettacoli di questa edizione del Forlì Open Music si svolgerà in sicurezza nel totale rispetto delle normative e dei protocolli anti-Covid, con ingresso gratuito ai concerti, ciascuno della durata di 30 minuti, e posto preassegnato con prenotazione, consigliata, tramite email a info@areasismica.it.
Come di consueto, alcuni dei concerti di questa edizione saranno registrati e trasmessi su Rai Radio3.
La quinta edizione di Forlì Open Music è organizzata da Area Sismica con la consulenza di Fabrizio Ottaviucci, in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei di San Domenico, e il sostegno della Regione Emilia Romagna, del MiBACT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì.
IL PROGRAMMA
Entrando nel dettaglio del calendario, l’apertura – sabato 5 dicembre, ore 21 – è affidata a due straordinari musicisti che non hanno bisogno di molte presentazioni, Francesco Dillon, violoncello, e Emanuele Torquati, pianoforte. Insieme dal 2007, hanno suonato presso i più importanti Festival cameristici in Europa, Stati Uniti e Argentina collaborando anche con Orchestre prestigiose quali l’Orchestra Sinfonia Nazionale della RAI di Torino, la Lithuanian National Symphony Orchestra e l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. Particolarmente interessati all’esecuzione di importanti opere contemporanee, come testimoniano svariate prime esecuzioni assolute ed il lavoro svolto con compositori, tra gli altri, del calibro di Jonathan Harvey, Kaija Saariaho, Toshio Hosokawa e Thomas Larcher, a Forlì porteranno i brani di due grandi autori italiani contemporanei, Daniela Terranova, Variazioni sul bianco, in prima esecuzione assoluta, e Salvatore Sciarrino, Melencolia 1, insieme alla Sonata per violoncello e pianoforte di Claude Debussy, brano del 1915 in cui l’esplorazione del suono assume tratti di grande modernità.
Protagonista del secondo concerto – sabato 5 dicembre, ore 21.45 – sarà uno dei flautisti italiani più ricercati che, con le sue contaminazioni con la minimale e elettronica ha rinnovato il concetto di musica per flauto, Manuel Zurria. Instancabile sperimentatore con alle spalle una serie di collaborazioni importanti con compositori leggendari quali Arvo Part, John Cage, Louis Andriessen, Stefano Scodanibbio, Salvatore Sciarrino, Luc Ferrari e tanti altri, presenterà al pubblico del FOM, i lavori di due audaci compositori contemporanei, Mantras 1, in prima assoluta, del milanese Riccardo Nova, e Klano Sutartine n.7 del lituano Ricardas Kabelis, e sempre nell’ambito dell’omaggio a Claude Debussy, Syrinx, celebre assolo per flauto che testimonia il grande fascino esercitato da questo strumento sul compositore francese.
Chiude la serata – sabato 5 dicembre, ore 22.30 – l’improvvisazione di piano solo di Fabrizio Ottaviucci, tra i massimi protagonisti della musica contemporanea, noto per le sue prestigiose e durature collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio, e per le sue interpretazioni di Stockhausen, Cage, Riley e Scelsi con cui collaborò direttamente. Pianista eclettico, Ottaviucci unisce alla prassi interpretativa quella compositiva, spostandosi dalla musica minimalista a quella seriale, dodecafonica e aleatoria. Con una brillante carriera, ha tenuto centinaia di concerti nelle maggiori città italiane e tedesche, con tournée in Spagna, Austria, Inghilterra, Polonia, Messico, Stati Uniti, Canada e India, ed è stato più volte invitato in prestigiosi festival come il Festival Pontino, Milano Musica, Rassegna Nuova Musica Macerata, Ravenna Festival, Festival Cervantino Messico, Angelica Bologna, Biennale Venezia, Musica d’hoy Madrid e tanti altri.
La seconda e ultima giornata di Forlì Open Music 2020 si apre – domenica 6 dicembre, ore 10 – con il concerto delle scuole musicali di Forlì, un progetto che coinvolge e fonde in formazioni diverse gli studenti dell’Istituto Masini e del Liceo Musicale Statale. Il coinvolgimento degli studenti degli istituti musicali forlivesi vede quest’anno un’azione più diretta di Area Sismica, con la “conduction” di Elio Martusciello, che li guiderà attraverso un semplice protocollo gestuale nella produzione e invenzione musicale da sviluppare durante la stessa performance.
A seguire – domenica 6 dicembre, ore 11.30 – il tradizionale appuntamento di carattere divulgativo del festival, ovvero la conversazione/concerto a cura di Fabrizio Ottaviucci che quest’anno si concentra su “L’evoluzione del linguaggio musicale: il Novecento” accompagnando il pubblico alla scoperta di uno dei uno dei momenti cardine della storia della musica, molto importante per il suo sviluppo successivo. Un percorso attraverso i più grandi compositori a cavallo dei secoli XIX e XX, tra cui lo stesso Debussy a cui il festival quest’anno dedica un omaggio, che hanno interpretato la necessità di cambiamento semantico del linguaggio espressivo di cui il Novecento si è fatto carico.
Nel pomeriggio – domenica 6 dicembre, ore 16.45 – in programma un altro grande pianista tra i più importanti e apprezzati del panorama musicale contemporaneo, che da più di venti anni si dedica allo studio e alla diffusione dei linguaggi musicali contemporanei. E’ Ciro Longobardi, finalista e miglior pianista presso il Concorso Gaudeamus Interpreters 1994 di Rotterdam, Kranichsteiner Musikpreis nell’ambito dei 37° Ferienkurse di Darmstadt, e vincitore di altri prestigiosi premi nel corso della sua carriera che lo ha visto suonare per le più importanti rassegna musicali in Italia e all’estero. Attivo sia come solista che come camerista, oltre che in progetti multimediali e d’improvvisazione, qui a Forlì si esibirà con una performance di piano solo eseguendo le “….sofferte onde serene…” per pianoforte e nastro magnetico di Luigi Nono, gli Exercises d’Improvisation N.1 per suoni preregistrati e pianoforte, in nuova versione di Luc Ferrari e le Estampes di Claude Debussy, raccolta di tre pezzi per pianoforte che ricordano paesi lontani che il musicista francese avrebbe voluto visitare.
Si prosegue – domenica 6 dicembre, ore 17.30 – con un altro incredibile duo formato dall’americano Michael Pisaru-Liu, noto esponente del collettivo di compositori di Wandelweiser, tutti accomunati da una minuziosa attenzione per i rapporti tra modulazioni di suono e silenzio, e da Enrico Malatesta, percussionista e ricercatore sonoro, basato a Cesena, molto attivo in ambiti sperimentali tra musica, performance e intervento site-specific. Insieme eseguiranno in prima assoluta Manifold for Malatesta nuovissimo brano di Michael Pisaru-Liu che l’ha composto pensando proprio al musicista cesenate a cui il pezzo è dedicato.
Dall’America torniamo in Italia – domenica 6 dicembre, ore 18.15 – con le opere di due tra i massimi esponenti della musica contemporanea italiana, Franco Donatoni e Stefano Scodanibbio, nelle interpretazioni del Sidera Saxophone Quartet, formato da Gianpaolo Antongirolami al sax soprano, Michele Selva al sax alto, Michele Bianchini al sax tenore e Daniele Berdini al sax baritono. Di recente costituzione, anche se i suoi membri sono tra i più attivi e rappresentativi nel panorama italiano contemporaneo, il Sidera Quartet nasce con lo scopo di arricchire e divulgare il repertorio contemporaneo e sperimentale, partendo dalle opere storiche fino alle nuove con particolare attenzione alla musica elettroacustica. Per l’occasione suoneranno due pezzi di Scodanibbio, Plaza in prima esecuzione assoluta e Lucida Sidera, un brano di Donatoni, Rasch, e Animé et très décidé da Quatuor op. 10, brano con cui si chiude l’omaggio del festival a Claude Debussy.
Il finale è affidato all’improvvisazione totale di due grandi artisti. Si parte – domenica 6 dicembre, ore 19 – con l’’improvvisazione elettronica ed elettroacustica di Elio Martusciello, un improvvisatore radicale che opera dal vivo con live-electronics. La sua estetica musicale deriva essenzialmente dall’arte acusmatica, ma oltre alla composizione musicale acusmatica compone per strumenti e live electronics, operando anche nell’ambito dell’installazione d’arte, dei multimedia, delle arti visive e dell’improvvisazione elettroacustica. Attualmente insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Napoli ed è membro fondatore del gruppo italiano di improvvisazione elettroacustica Ossatura. Ha collaborato con tantissimi grandi artisti tra cui Mike Cooper, Natasha Barrett, Alvin Curran, Iancu Dumitrescu, Tim Hodgkinson, Z’EV, Dieb13 e Michel Doneda.
Il Forlì Open Music 2020 si chiude – domenica 6 dicembre, ore 19.45 – con uno degli esponenti delle giovani generazioni del jazz europeo più brillanti e dinamici, impegnato in una quantità di progetti propri e di collaborazioni: Alexander Hawkins. Oltre a guidare formazioni proprie, Hawkins è da anni il pianista regolare dei gruppi del leggendario batterista sudafricano Louis Moholo e della band europea del decano dell’ethio-jazz Mulatu Astatke, collabora regolarmente con un caposcuola dell’improvvisazione radicale come il sassofonista Evan Parker. Pur essendo un musicista molto richiesto, per la sua bravura e versatilità, Hawkins è dotato di un suo mondo poetico molto forte. A questo raffinato pianista inglese sarà affidata la chiusura della quinta edizione del FOM all’insegna dell’improvvisazione più libera.
LA MOSTRA FOTOGRAFICA: PIETRO BANDINI
Durante la due giorni di Forlì Open Music, sarà possibile visitare la mostra personale del fotografo Pietro Bandini, allestita all’interno della Chiesa di San Giacomo. Esploratore in modo sensibile di mondi diversi, dal 1996 fotografo ufficiale del Parma Jazz Frontiere Festival, Bandini vive e sperimenta attorno a Parma, dedicandosi alla fotografia, musica e arti visive. Collaboratore per anni della rivista Jazzit e del Festival Internazionale della Chitarra Niccolò Paganini, nel 2004 diventa socio fondatore dell’agenzia fotografica di cultura e spettacolo Phocus Agency. La sua personale ricerca dell’immagine, alimentata nel tempo da numerosi workshop fotografici con esponenti italiani e internazionali della fotografia di spettacolo, tende sempre a privilegiare l’aspetto umano e quello emozionale. Segue e documenta numerosi festival ed eventi musicali in vari paesi europei e prende parte a diverse esposizioni personali e collettive. Le sue fotografie sono raccolte nei volumi fotografici “Zone” (2004) e “The book is on the table” (2008). Senza considerare tutti quelli che devono ancora essere fatti. Bianco e nero, nero e bianco sono i protagonisti della mostra: fotografia analogica su pellicola in bianco e nero.
Informazioni
Ufficio Stampa
Michela Giorgini – mob +39 339 8717927 – giorginimichela@gmail.com