Nel brano il cantautore veneziano mette sotto la lente di ingrandimento rilevanti fenomeni sociali propri dell’epoca in cui viviamo, dal sempre più diffuso accattonaggio fino alle truffe finanziarie.
Degna di nota anche la scelta di Porfirio Rubirosa di realizzare in totale autonomia, assieme alla propria band (Drugo Arcureo, Pastafarian Andyman, IndiAnanas Jones e Krugerpritz), ogni minimo aspetto della produzione, da quello compositivo, all’arrangiamento ed esecuzione, incisione, fino all’ideazione e realizzazione del videoclip che supporta il brano, un lunghissimo piano sequenza di oltre tre minuti, video che tra l’altro era in lizza tra i possibili vincitori del PIVI, Premio Miglior Videoclip Italiano.
“Sono onorato e felicissimo, e non solo perché pare che il premio consista anche nella produzione di un disco – sottolinea Porfirio Rubirosa – mi interessa, piuttosto, che qualcuno – la Commissione giudicante – abbia voluto andare oltre l’apparenza, sia riuscita a cogliere il sottotesto delle canzoni che scrivo. Abbia riconosciuto il carattere autoriale dei miei brani. Abbia avuto il coraggio di dichiarare apertamente che sotto la goliardia di superficie dei miei messaggi, musicali e non, c’è sempre e comunque la volontà di trasmettere qualcosa di più”.