Durante il lockdown imposto dal Covid-19, ho festeggiato i miei 60 anni, tra cui 40 anni nella cooperazione sociale e culturale. Una vita al servizio di un sogno che mi ha portato in molti angoli sconosciuti del mondo a collaborare con le comunità locali, le organizzazioni sociali e culturali, enti vari, agenzie internazionali e imprese.
Su questa strada, ho incontrato la musica, non come musicista, ma prima come produttore culturale, e poi come agente di booking e consulente per progetti di World Music.
Lo sappiamo tutti, il termine World Music significa e include molte cose diverse. Sicuramente è la ragione che lo rende accattivante. Parla di “musica” e di “mondo”, non di un mondo pre-condizionato o omologato, ma di un mondo colorato, dinamico, espressione della diversità culturale e non solo.
Mi ricordo il primo festival che ho organizzato a Parigi nel lontano 1981. Si chiamava Terre Nouvelle – Terra Nuova, e fu un mix di arti di strada, musiche di frontiere, di confine, di contaminazione, di coinvolgimento attivo delle comunità straniere della capitale, ma anche una grande fiera del biologico, delle utopie concrete e della solidarietà con una partecipazione straniera consistente (Europa, Africa, India, America latina, ecc.). In tre anni, Terre Nouvelle passò da 2000 partecipanti a 50000 – anche grazie alla prima Radio Libera che ospitavamo nella nostra sede e al passaparola.
Lo scopo di Terre Nouvelle era quello di mettere sulla mappa un mondo, sommerso ma vivo e in movimento, e di dare spazio e visibilità a realtà e pensieri troppo spesso ignorati, emarginati, negati – quelli ispirati alla solidarietà, alla giustizia sociale, al rispetto per l’ambiente, ecc.
Terre Nouvelle fu una vittoria dell’immaginario alternativo – non quello delle lamentele. Infatti, il festival fu un grande incubatore che aprì la strada a tante nuove realtà nel mondo della cooperazione sociale e culturale in Francia – e non solo.
Ci sarebbero tante storie da raccontare… con il rischio però di perdermi nell’autoreferenzialità. La nostalgia del passato fa bene all’anima e al cuore, ma il futuro non aspetta. E’ davanti alla porta.
Nel periodo di quarantena, ho avuto tempo per pensare… e guardare davanti alla mia porta. Mi sono chiesto quale poteva essere il mio contributo alla filiera italiana della World Music. Infatti, vivo da dieci anni in Italia, e al Sud, ma mi sono per lo più dedicato ad artisti stranieri. Mi sono dunque chiesto perchè non dare maggire spazio all’Italia nelle mie attività per la musica?
Professionalizzazione degli artisti
Da qui è nata l’idea di WORLD MUSIC LAB – ITALIA , come uno spazio, online e offline, al passo con i tempi e con l’evoluzione costante dell’industria musicale, per poter aiutare gli artisti a navigare nelle acque tumultuose del presente e del futuro facendo leva su nuove competenze, in particolare in temi di digitalizzazione, auto o micro imprenditorialità e internazionalizzazione, attraverso l’erogazione di servizi d’informazione, consulenza, formazione e accompagnamento.
Come sappiamo, il futuro della filiera italiana della World Music dipende da interventi su vari fronti, come:
- una maggiore tutela degli operatori, e in particolare degli artisti;
- una maggiore integrazione/interazione tra i vari comparti della filiera;
- una maggiore rappresentazione della filiera sia in Italia che all’estero;
- una maggiore professionalizzazione degli artisti e operatori.
Per vivere della sua arte l’artista è sempre di più chiamato a gestire la sua attività come se fosse una startup o una microimpresa. In questa prospettiva, diventa ancora più importante di prima consolidare lo sviluppo del capitale umano della filiera, per far crescere il patrimonio di conoscenze, competenze ed esperienze e tramandare le diverse professionalità, potenziando le proposte di valore, i circuiti di diffusione, e i canali d’informazione.
Sinergie e collaborazioni
Comincia dunque una nuova avventura alla quale chi vorrà, potrà senz’altro portare un contributo importante.
Hanno già dichiarato il proprio interesse: Italian World Beat, IICI Consulting, Calabria Sona, It-Folk. C’è anche chi ha già deciso di dare una mano come Eleonora Iannotta e Saro Tribastone.
Presto (alla fine dell’estate o in autunno), riprenderemo contatto con tutti voi con alcune proposte più concrete. Nel frattempo ci piacerebbe ascoltare le vostre domande, i vostri suggerimenti e i vostri commenti.
Il nostro interesse è quello di creare sinergie e collaborazioni, valorizzando le varie esperienze professionali che possono servire d’ispirazione e d’aiuto a chi vuole sviluppare una carriera musicale nell’ambito della world music italiana.
Contiamo su di voi.
Eric E. Van Monckhoven (Music4You)
Eleonora Iannotta (IICI Consulting)
Saro Tribastone (Artista indipendente)
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