La scelta di Thom Yorke di inserire Fabrizio De André in una playlist per Sonos, non è casuale. A spiegare le ragioni che hanno spinto il frontman dei Radiohead ad ascoltare e consigliare “Cantico dei drogati” e “Primo intermezzo”, tratti dal secondo album di Fabrizio De André del 1968 “Tutti morimmo a stento”, è la stessa Dori Ghezzi, moglie del cantautore genovese e presidente della Fondazione Fabrizio De André. “Sapevo che lo avrebbe fatto, me lo aveva promesso – racconta Ghezzi – con Thom Yorke ci siamo conosciuti a un suo concerto a Roma, nel luglio dell’anno scorso. Rimasi incantata dalla sua musica e poi ci fermammo a parlare del cantautorato e della musica italiana. Mi disse che aveva già in mente l’idea di approfondire la discografia di Fabrizio, anche grazie al supporto della sua compagna (è l’attrice italiana Dajana Roncione, ndr). Gli consigliai di partire dall’inizio, di studiarlo passo dopo passo, solo così può essere compreso nel profondo, è per questo che nella playlist ha inserito due brani del secondo album, per nulla scontati. Dimostra un’attenzione particolare, uno studio vero e proprio, non un semplice ascolto”. Ghezzi e Yorke, ancora oggi, sono in contatto. “I testi li sta studiando proprio grazie alla sua compagna, che traduce le parole. La parte testuale, il significato vero delle canzoni, è uno degli aspetti che, mi ha spiegato, gli interessano di più – continua Ghezzi – siamo rimasti in contatto e quella playlist potrebbe davvero esser l’inizio di qualche cosa di più grande. Non so dove potrebbe arrivare, Yorke è un genio, è capace di ogni cosa. Trovo tutto questo bellissimo”.
Ghezzi, da sempre impegnata nel tramandare il ricordo e l’arte di De André, sta lavorando a una versione speciale del brano “Crêuza de mä”, canzone simbolo della storia di Genova. “È un brano importante, sto lavorando da giorni in studio per renderlo al meglio (a supportarla anche Mauro Pagani, che curò anche la produzione e l’arrangiamento della versione ufficiale del 1984, ndr) – conclude Ghezzi – sarà un grande tributo a Fabrizio e alla sua città, Genova, a cui anche io sono molto legata. Ha superato grandi difficoltà ed è risorta dopo la tragedia del crollo di ponte Morandi. Questa versione sarà proprio dedicata alle vittime e al Nuovo Ponte, ricostruito e in fase di completamento. Mi piacerebbe che, insieme a me, in questa “Crêuza de mä” speciale ci fosse anche il contributo di altri artisti, sto pensando fra i tanti a Paolo Fresu. Ne vorrei 43 con me, uno per ogni vittima. Vedremo che cosa riuscirò a fare, ma voglio che sia un progetto di alto livello”.
(Claudio Cabona)
Fonte: Rockol