Venerdì 20 dicembre il cantautore reatino e il critico abruzzese portano in scena l’opera musical-letteraria di Capossela in uno spettacolo che pone l’accento sullo statuto narrativo delle sue canzoni attraverso il filtro tematico del viaggio. Regia di Eleonora Tosto.
Venerdì 20 dicembre alle 21, al Teatro Portaportese, andrà in scena lo spettacolo “Anime ospiti. Il viaggio discografico di Vinicio Capossela”, scritto e interpretato da Daniele Sidonio assieme al cantautore Carlo Valente. La mise en espace è una visione soggettiva dello statuto narrativo delle canzoni di Vinicio Capossela, rappresentate attraverso il filtro tematico del viaggio.
Lo spettacolo è inserito nella rassegna Ri-Creazioni. AdoRiza canta i cantautori, ideata dal collettivo AdoRiza (Targa Tenco 2019 per il miglior album a progetto), di cui Valente fa parte, per omaggiare i cantautori e dare nuova voce alle “voci di un’altra età”.
«Se la canzone sposa lo statuto della letteratura, partendo dal mondo reale per creare mondi altri» – spiega l’autore del testo Daniele Sidonio – «Vinicio Capossela oltre che cantautore è un creatore di nuovi mondi. I suoi dischi, dai lampi da pianobar degli anni Novanta ai kolossal mitologici degli anni Zero e Dieci, sono figli di una poetica che mette al centro il linguaggio, materia prima di una storia, il racconto, e soprattutto l’uomo».
Tra città vissute e immaginate, luoghi dell’anima, partenze verso rifugi allegorici e ritorni, Carlo Valente e Daniele Sidonio trasformeranno il viaggio discografico di Capossela in carne viva sul palco, tra cappelli e luci da bar. Lo spettacolo toccherà anche le altre tematiche della poetica del cantautore nato ad Hannover, come l’amore e la vicinanza agli ultimi, e prenderà canzoni da ogni disco, a partire da All’una e trentacinque circa (1990) fino a Ballate per uomini e bestie (2019).
Lo spettacolo non avrà la forma classica del reading, ma sarà ibridato con elementi di messa in scena, grazie alla regia di Eleonora Tosto, interprete e attrice teatrale. I due corpi sul palco dialogheranno tra loro e con diversi oggetti di scena, per rendere più concreto il viaggio immaginato dall’autore delle canzoni e dall’autore del testo.
«Nel dirigere Anime ospiti ho accettato la sfida di mostrare ciò che non si vede» – racconta la regista Eleonora Tosto – «di “filmare il fuori campo”, l’invisibile, per rispettare, anzi esaltare, la potenza evocativa del testo. In questo modo ho cercato le tracce dell’autore, che sulla scena si ri-costruisce».
Il viaggio comincia dalla strada e finisce col treno, caposaldo del nostos, che raccoglie il sentimento fondante di chi non ha radici e che ha passato una vita intera a tornare: la nostos-algia, il dolore del ritorno.