Definire oZZo non è facile: artista eclettico e camaleontico, con alle spalle una frenetica attività in ambito punk e rock e che da un anno a questa parte si dedica all’attività di DJ e produttore, senza però mai abbandonare le chitarre. Dalla pubblicazione della prima traccia ad oggi, la strada percorsa è stata molta, tanta da portarlo fino in America. Facciamoci raccontare tutto direttamente da lui.
1 – Ciao oZZo e benvenuto sul sito del MEI. Musicista, DJ, produttore. Fai un sacco di cose! Ti presenti ai nostri lettori che ancora non ti conoscono?
Ciao a tutti, presentarsi non è mai cosa semplice soprattutto se suoni da sempre ed hai cambiato un sacco di generi e quindi di mondi.
Mi definisco un artista a tutto tondo curioso e sempre in cerca di nuovi suoni e sonorità. Inizio come chitarrista nella realtà punk milanese a metà anni 90 coi PHP e il mio percorso musicale mi porta prima con gli Audrey e poi con i Mellowtoy a calpestare i palchi più importanti di Europa. Finita l’avventura metalcore prende forma prima il progetto oZZo con l’aiuto di Alessio Corrado alla voce e Riccardo Ierardi alla batteria, con l’uscita nel 2018 di #pastislost e da li la sfida come dj producer diventando remixer e produttore dei miei stessi pezzi come oZZo Dj; insomma uno schizzofrenico musicale. Ma non finisco qui perchè sempre nell’ambito producer ho preso in mano il disco dei WOLFTHEORY (exilia + mellowotoy + oZZo) e lo riarrangiato e prodotto in studio.
2 – Sappiamo che la tua carriera da DJ inizia pochi mesi fa, con la pubblicazione di alcuni singoli e remix. Su tutti Change e Choices. Come collocheresti il tuo sound all’interno del panorama dance attuale?
Hai detto bene, pochi mesi fa tra dicembre 2018 e giugno 2019 le mie uscite, la prima per Smilax e le altre 2 indipendenti. Difficile acquistare immediatamente una identità nel mondo dell’elettronica soprattutto se sei come me che adori sperimentare diversi sound.
Sicuramente posso dirti che per vicinanza di sonorità Change RMX è stato quello più immediato perchè i suoni vicini alla dubstep negli ultimi anni hanno contaminato il mondo rock/alternative uno su tutti skrillex coi korn se vogliamo citare il mainstream. Con Choices RMX ho invece tirato fuori quel lato mio più legato al mondo della moda (sono un fotografo mascherato da musicista) e le sonorità sono più dilatate quasi da club londinese. vedremo cosa tirerò fuori nel prossimo.
3 – La pubblicazione di questi pezzi sono stati il trampolino di lancio per un salto quasi immediato in ambito internazionale. Notizia dell’ultima ora, infatti, è la tua collaborazione con Standalone-Music, collettivo di DJ e produttori con base a Los Angeles. Come sei arrivato, in così poco tempo, fino agli Stati Uniti? E di cosa ti sei occupato per Standalone?
Ma guarda devo dire che al contrario del mio solito che avrei sbandierato attività e affermazioni a tutti i venti, ho notato che da quando ho iniziato ad affrontare il discorso producer ed elettronica sto cercando di rimanere il più possibile coi piedi per terra e godermi appieno tutte le sfaccettature passo dopo passo. La collaborazione con Standalone-Music è la classica situazione da serie TV alla Netflix dove ti trovi al posto giusto nel momento giusto e vieni notato. Avevo da poco lavorato ad un pezzo con 7skies conosciuto attraverso amicizie comuni il quale si è occupato del master di un mio remix (spoiler); con delle chiacchiere prolungate viene a conoscenza del fatto che io sia nuovo nel mondo dance ma navigato nel mondo che per comodità chiameremo Alternative rock e cosi mi propone di registrare dei loop di chitarra per un suo progetto che vedrà la luce sotto il marchio della Standalone-Music.
Se mi senti cosi distaccato non è che me la tiro eh , è che non ci credo ancora che il primo “compito a casa” dance parte dalla registrazione di chitarre elettriche 🙂
4 – Negli ultimi decenni la musica tutta ha subito una virata decisa verso la dance e l’elettronica in generale. Possiamo affermare che quasi tutto ciò che ora è “pop” ha basi elettroniche e, molte volte, ritmi decisamente da dance floor. Anche la tua carriera da musicista ha preso la stessa direzione. Trovi che sia un’evoluzione naturale, a livello globale? E se sì, a cosa attribuisci questo fatto?
Non so cosa possa succedere a livello globale perchè se guardo in casa mia ti posso dire che andare verso l’elettronica/edm è controtendenza dato che ora come ora in Italia non sento altro che raggaeton trap e indie; se mi parli di valutazione mondiale allora si; le chart inglesi e americane sono piene di hit presentate da “band” ma che suonano totalmente come pezzi dance o ancora gruppi punk o comunque alternative rock che collaborano con Dj, vedi fallout boys, a day to remember, jimmyeatsworld coi vari garrix, marshmellow e steve aoki.
Credo e spero che si possa parlare di nuovo crossover anche se come sto provando sulla mia pelle in Italia non è visto di buon grado, non ci sono molte testate o zine del mio mondo alternative (di cui mi sento ancora parte come attitudine) che danno spazio a “azzardi come il mio”.
5 – Hai nel cassetto altre produzioni per i prossimi mesi? Ti vedremo fare DJ set in giro?
Ho spoilerato prima che a breve uscirà un mio nuovo pezzo, ma in cantiere ho un’altra scrittura che a differenza delle altre non partirà da un mio pezzo rock ma sarà prodotto partendo dal mondo elettronico e poi chissà magari lo remixo al contrario suonandolo con gli strumenti reali e acustici!! Sicuramente ora l’attività live dovrà essere a supporto del progetto e presto usciranno degli showreel da me girati riguardo all’impatto live e cercherò di stupire mischiando acustico e elettronico dj. Questo mese sarò anche a NY proprio per discutere di questo aspetto a cercare di aprire nuove porte oltreoceano.
Marta Scaccabarozzi – 19 Media Agency