Un vero e proprio esercito di centinaia di musicisti è pronto a invadere il
centro Italia ferito dai terremoti per portare bellezza e speranza da
condividere: dal 30 al 2 settembre torna la grande mobilitazione de Il Jazz
Italiano per le Terre del Sisma, con quattro giorni di grande musica a
Camerino (Mc), Scheggino (Pg), Amatrice (Ri) e L’Aquila. La manifestazione,
diretta dal musicista Paolo Fresu, coinvolgerà tutto il mondo del jazz
nostrano con artisti da tutta Italia, unendo senza distinzione i maestri ai
talenti più giovani, il jazz di ricerca alle big band e al jazz di
tradizione, e poi etichette discografiche, agenti, direttori artistici: una
grande maratona di solidarietà e impegno nel segno della cultura che
inizierà il 30 agosto alla Rocca Borgesca di Camerino, per poi proseguire il
31 a Scheggino in piazza Carlo Urbani e l’1 settembre ad Amatrice nella
Villa San Cipriano. Gran finale il 2 a L’Aquila, con tantissimi appuntamenti
dalla mattina alla tarda serata e happening estemporanei disseminati in
tutta la città: dai 100 violoncelli che con Giovanni Sollima suoneranno
nella Basilica di San Bernardino a Joe Barbieri che si esibirà alla Casa
dello Studente, fino al maxi concerto all’Emiciclo con tanti artisti, tra
cui Ambrogio Sparagna e Simona Molinari. Sempre all’Aquila (1 settembre, ore
12) si svolgerà anche la partita di calcio di beneficenza organizzata dalla
Nazionale Italiana Jazzisti che sfiderà AAA -AmiciAmatriceAquila presso lo
Stadio Comunale. Organizzata da Federazione Nazionale “Il Jazz Italiano”,
Associazione I-Jazz, Midj (Musicisti Italiani di Jazz) e Casa del Jazz, con
la Siae come main sponsor e promossa dal Mibac, l’iniziativa (nata nel 2015
e dal 2017 in versione ‘itinerante’) testimonia quanto la musica sia in
grado di ripristinare il senso di comunità con la voglia di condividere la
bellezza e di ritrovarsi insieme per guardare al futuro con fiducia,
onorando la memoria dei tanti che nel 2009 e nel 2016 hanno perso la vita.
Nella convinzione che “ricostruire” non significhi solo rimettere in piedi
gli edifici ma anche ricucire il tessuto sociale, tendendo una mano con la
cultura alle popolazioni colpite dal sisma. “La storia del jazz italiano si
divide tra il prima e il dopo L’Aquila: dal 2015 in questa esperienza
straordinaria abbiamo coinvolto 2500 musicisti in oltre 400 concerti. Poi,
inseguendo il sisma dopo Amatrice, il festival è diventato nazionale”, ha
detto questa mattina a Roma Paolo Fresu, “il mondo del jazz ha dimostrato di
sapersi relazionare con il territorio, di rivitalizzarsi mettendosi in
gioco. Ci siamo interrogati su quali fossero le necessità delle persone
colpite dal terremoto e le nostre, e abbiamo capito che tutti abbiamo
bisogno di stare insieme”. “Il 2018 è l’ultimo anno di questa manifestazione
con cui abbiamo accompagnato la ricostruzione”, ha affermato, “ma la nostra
volontà è di portare all’Aquila attraverso la nostra federazione dal 2019 un
Festival del Jazz Italiano che possa continuare nei prossimi anni”. Come
nelle scorse edizioni, Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma collabora con
Io Ci Sono Onlus alla costruzione del Centro Polifunzionale di Amatrice.
Il Jazz nelle Zone del Sisma
Articolo precedente