Questa settimana parliamo di Giungla Dischi (il cui slogan è “la musica che non cade dagli alberi”), etichetta discografica romana e management musicale di Andrea Rapino che ha nel suo catalogo artisti come armaud, Boris Ramella, Duke Montana, Francesco di Bella, I Giocattoli, Katres (che in questi giorni sta aprendo le date del tour di Ermal Meta), Stefano Di Nucci e David Boriani. Anticipato il 4 novembre dal singolo “Ѐ Francesca”, il 24 novembre è uscito “Becker”, primo album solista di David Boriani, cantautore romano già leader del gruppo Durden and The Catering (con cui aveva pubblicato l’Ep “Il nostro quadro” nel 2012 per la UdU Records). Il disco è stato registrato, missato e masterizzato presso Gli Artigiani Studio di Daniele Sinigallia, e alla sua realizzazione hanno partecipato i musicisti Giuseppe Levanto (piano, tastiere, fender Rhodes), Luca Lepore (basso) e Ivo Parlati (batteria), con l’apporto di Pietro Paroletti (chitarra, suoni) e Maurizio Loffredo (pedal steel). La foto copertina dell’album è di Mirella Nania.
“Becker” è un EP, contiene sei tracce di pop delicato e sentito, prodotte da Daniele Sinigallia, che raccontano momenti diversi della vita del suo autore, che lo descrive così: ”Un arco temporale di anni racchiuso in qualche minuto. “Becker” rappresenta bene quella che è la mia identità. Un’ identità che esprime però un senso di “non appartenenza”. Piccoli batticuori quotidiani. È solo pop”. Il titolo del disco farebbe pensare al famoso tennista tedesco ma in realtà fa riferimento a Tom Becker, personaggio del manga giapponese sul calcio “Holly e Benij”, che era figlio di genitori separati e seguiva il padre pittore che si trasferiva continuamente per cercare nuovi paesaggi, il povero Tom quindi cambiava sempre amici e città e come David sentiva di non appartenere mai veramente a niente.
“Ѐ Francesca” è il primo brano in scaletta, oltre che il primo singolo e video estratto dal disco, il titolo e il testo devono probabilmente qualcosa alla celebre “Non è Francesca” di Mogol-Battisti, mentre le sonorità elettroniche e anche il modo di cantare sincopato ricordano le atmosfere sospese e sognanti di Riccardo Sinigallia, sicuramente tra i principali riferimenti artistici di Boriani.
“Oggi” non è solo un avverbio di tempo ma assume il significato di uno sfogo in musica, “un giusto spunto riflessivo” sulla vita del passato, una sorta di “fenomenologia del dolore”, in cui le colpe dei padri ricadono necessariamente sui figli (“come diceva uno scrittore”), supportata da un groove e da un ritmo più deciso e movimentato.
“Il bagno inglese” è probabilmente il brano migliore del disco, o almeno quello dove la scrittura e il talento melodico di Boriani risaltano maggiormente, il testo inizia in modo originale con la strofa sussurrata e minimalista “ancora con la storia che non mangi il grasso del prosciutto…”, ma è nel ritornello che si dispiega tutta la bellezza e la forza melodica della canzone (“ma è inutile, sei aria e vento misto a polvere, l’interferenza che brucia in sillabe…”), un brano molto italiano nel senso migliore del termine, probabilmente concepito per reazione e orgoglio in un bagno inglese, con un accenno di impegno e disillusione (“una politica incentrata sul sociale…e voti sempre il male minore…”).
“Vera” e “Julienne Juliette” sono altre due canzoni d’amore, sicuramente il tema principale del disco, la prima è la cronaca di “un’apparente normalità” tra il divano, la doccia e il soggiorno, un’ammissione di imperfezione (“e dillo che sono perverso, che non ambisco al perfetto”) e allo stesso tempo la ricerca disperata di verità (“almeno tu sei vera”). La seconda racconta un “non amore” di due persone agli antipodi (“un pozzo di scienza e una pozzanghera giù in piazza”), ma non banale, che contiene grandi verità come “l’arte va intesa in rotta con la società attuale”.
Il disco si chiude con la cover di “Passaggio a livello” di Enzo Jannacci (che non viene menzionato nel libretto, forse per un errore di stampa), che è stata interpretata anche da Luigi Tenco, e sembra chiudere il cerchio di un omaggio ai grandi della canzone d’autore italiana che era iniziato con “La musica è finita” di Califano e Bindi che chiudeva l’Ep di Durden and the Catering. Una nota di merito in più per aver scelto un brano non certo molto conosciuto di Jannacci, autore fondamentale assolutamente da riscoprire e rivalutare anche per i cantautori delle nuove generazioni.
David Boriani è un grande talento, lo attendiamo presto sulla lunga distanza, se potete non ve lo perdete dal vivo, il prossimo appuntamento è il 28 giugno al Traffic Live di Roma per il festival outdoor “Il terzo lato del Vinile”.
Per info: https://soundcloud.com/giungla_dischi