Dopo qualche mese di assenza torna a grande richiesta la rubrica “Sgritta manent” sulla musica indipendente italiana. Questa settimana parliamo di Bassa Fedeltà, agenzia creata da Sara Colantonio nel 2010 con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la scena musicale emergente italiana e dal 2015 anche etichetta discografica, che dopo aver prodotto i dischi di esordio dei gruppi The Shalalalas e La Distanza della Luna, il 22 aprile 2017 ha pubblicato “Come l’oro”, il nuovo album di Giulia Ananìa, giovane cantautrice romana che aveva già pubblicato un Ep omonimo di debutto di 7 brani con la Universal dopo la sua partecipazione a Sanremo giovani con “La mail che non ti ho scritto” nel 2012.
La canzone che apre il disco è “Come fa questa città”, scritta da Giulia con Marta Venturini e Francesco Morettini, con la produzione artistica di Matteo Cantaluppi (produttore degli ultimi dischi di Bugo, Ex Otago, Thegiornalisti, ecc.) che oltre ad aver suonato tutti gli strumenti nei brani da lui prodotti (“Le stelle cadono”, “Dove vanno gli amori quando finiscono”, “Il volo”, “RomaBombay” e la traccia iniziale) ha portato nel disco le sue tipiche sonorità elettroniche, che contrastano con le “poesie urbane” recitate da Giulia, Er Pinto (Poeti del Trullo) e Michele Botrugno tra una canzone e l’altra. La prima è “L’amore è un accollo”, poesia al telefono della stessa Giulia Ananìa (come le successive “Il gelato” e “La notte”), di cui un frammento è entrato anche a far parte di “Ma dimme te”, canzone in romanesco scritta con Marta Venturini per Paola Turci (per cui Giulia ha scritto insieme ad altri autori come Enzo Avitabile diversi brani dell’ultimo disco “Il secondo cuore”, compresa “Fatti bella per te” scritta con Luca Chiaravalli e Davide Simonetta che la Turci ha portato all’ultimo festival di Sanremo con grande successo di pubblico e critica).
La seconda traccia è la title track “Come l’oro”, scritta da Giulia con Roberto Casalino, che ha la produzione artistica di Marta Venturini (solo il mix di Cantaluppi) e risulta più delicata ed equilibrata rispetto al resto del disco, come le altre da lei prodotte “Dimmi che è vero quando piangi” (più cantautorale) e poi sul finale “Se ti ho mancato amore” (scritta con Morettini e Angelosanti e mixata da Francesco Gatti a Dublino), dove suonano oltre a Marta Venturini (chitarra e tastiere) anche Fabio Marchiori (pianoforte), Giovanni Pallotti (basso) e Davide Sollazzi (batteria). Il titolo “Come l’oro” (che ha ispirato anche la bellissima foto dorata di copertina di Francesca Lucidi) gioca sul doppio significato di “loro” (gli altri) che sono come “l’oro”, la ricchezza e la bellezza della diversità ma anche la paura del diverso e la voglia di non omologarsi alla normalità imperante (“sei o non sei come l’oro? Sei o non sei o non sei?”). Da segnalare anche l’artwork dell’album curato da Daniele Tozzi (in arte Mister Pepsy), street artist di fama internazionale, che ha realizzato anche il poster all’interno del disco in cui vi è raffigurata una città immaginaria composta dalle parole dell’album, attraversata da un fiume d’oro.
Le “Pagine” di Er Pinto (dei Poeti der Trullo) sono lette dall’attore Francesco Montanari e raccontano dei nuovi cittadini romani “extracomunitari” che vengono dall’Africa e dall’Asia (“Ahmed”, “Amir”, “Er Cina”, ecc.) e cercano di integrarsi nonostante questa città sia a volte “un po’ cinica e ignorante”. “Roma Bombay”, il primo singolo estratto del disco, scritta da Giulia con Francesco Gatti, racconta tra sacro e profano proprio di questa Roma multietnica e delle sue contraddizioni, tra avocado, rose e riso basmati, moschea e sinagoga, zombie nei locali del sabato sera tra videopoker, coca ed eroina, vescovi e santi (su cui “ci si cammina”), citando Pasolini (“che nelle canzoni vi piace citare…e mi sa che in faccia vi vuole sputare”) nell’attesa di avere il permesso di soggiorno (“se vuoi ci sposeremo un giorno…”). Forse è il brano migliore del disco, sicuramente un esempio molto interessante di “urban pop music” come è stato definito, quel mondo musicale immaginario ma allo stesso tempo reale dove Gabriella Ferri (che Giulia porta in scena da anni con il suo spettacolo “Bella, Gabriella!” insieme ai Poeti der Trullo) incontra nuovi artisti come Calcutta (prodotto da Marta Venturini allo Studio Nero) e Thegiornalisti (attraverso le sonorità di Matteo Cantaluppi).
“Le stelle cadono” si doveva chiamare inizialmente “Da che punto guardi le cose” (così è citata nei crediti), è stata scritta con il cantautore e rapper Coez, che faceva parte del collettivo hip-hop Brokenspeakers insieme a Lucci, unico ospite vocale del disco nell’ultima traccia “Il volo”, dedicata alle morti (bianche) sul lavoro, introdotta dalla poesia “Il muratore” di Vincenzo Ananìa, magistrato e poeta (padre di Giulia, a cui dedica anche “Figlia”) recitate dall’attore Michele Botrugno e sonorizzate da Stefano “66k” De Angelis. “Il volo” come scrittura è uno dei brani più belli del disco, vero manifesto della poetica urbana di Giulia Ananìa (“io credo nel mattino, io credo nella calce…io credo che le persone siano solo un particolare di questo paesaggio assurdo…”) la cui voce graffiata e leggermente sporca (che per fortuna non è stata impostata dai vari talent televisivi ma viene direttamente da una lunga gavetta sui palchi di tutta Europa e dalla strada) si sposa così bene con il crudo neorealismo del miglior rap italiano contemporaneo.
In definitiva “Come l’oro” è un disco complesso, importante, anche se non omogeneo e non facilmente classificabile, fatto di strati diversi sovrapposti, a volte anche molto lontani tra loro, che dimostra come la canzone romana tradizionale (quella che va da Romolo Balzani a Gabriella Ferri) possa convivere con le sonorità elettroniche della nuova scena “indie pop” italiana, che tanto successo sta avendo in questo momento con artisti quali Thegiornalisti, I Cani, Calcutta, Cosmo, Lo Stato Sociale, Ex Otago, ecc. Giulia si inserisce in questo contesto da originale poetessa e cantautrice, ma essendo anche un’affermata autrice per molti artisti del pop italiano più “mainstream” (Paola Turci, Nek, Emma, Annalisa, Malika Ayane, Elodie, ecc.) riesce a conciliare mondi apparentemente ancora distanti.
Per info: www.giuliaanania.it ; www.bassafedelta.it