Lele Battista, “Mi do mi medio mi mento” – Recensione
“Mi do mi medio mi mento” è il nuovo lavoro del milanese Lele Battista, l’ex La Sintesi che da oramai un decennio viaggia solo, uscito con questo interessante lavoro di otto tracce in italiano realizzato per la neonata label milanese Parola Cantata Dischi, fondata da Mauro Ermanno Giovanardi e distribuito da Goodfellas.
Classe 1975, con le sue innumerevoli collaborazioni, anche in veste di produttore – da Morgan a Violante Placido, da Alessandro Raina a Fabio Cinti – Battista è uno dei cantautori più attivi ed interessanti della scena milaneseattuale, giunto qui al terzo disco solista a sei anni dal precedente lavoro.
Voce carismatica e stile estremamente sui generis e difficilmente accostabile caratterizzano questo disco sapientemente ben fatto, che rende quella di Battista una delle produzioni recenti più interessanti del panorama cantautorale attuale, con questo pop – rock pacato, intimista, quotidiano, ma all’occorrenza deciso ed energico.
Un disco curato nei minimi dettagli, che si lascia ascoltare con crescente interesse e curiosità, intenso e veritiero, con testi affascinanti e coinvolgenti. Un lavoro stilisticamente ineccepibile, come una raffinata scultura di artigianato. Una summa di tutto ciò è la ballata elettro – pop “Un casino pazzesco”, primo singolo estratto dall’album, per quanto anche il ritmo trascinante de “Non aspettavamo altro” lo renda uno dei pezzi più riusciti del disco.
Tracce migliori: Non aspettavamo altro, Se questo fosse un sogno, Da un’altra parte
Voto: 8
Francesca Amodio
Martinelli, “Sottoponziopilato”– Recensione
Sempre a Parola Cantata Dischi, etichetta discografica neonata ma già fucina di talenti, appartiene il trentasettenne lecchese Martinelli col suo interessante esordio “Sottoponziopilato”, distribuito da Goodfellas, con produzione artistica firmata da Lele Battista.
Martinelli ama molto il teatro e nel disco si sente e ne risente, amabilmente, sviscerando qui e lì un usus scribendi dedito alla forma canzone più tradizionale ma rivisitata in maniera assolutamente personale e personalizzata, il tutto con un sound fortemente identificante, nudo, crudo, sporco e all’occorrenza dolce e lineare, che fa da collante a questo disco saggiamente fuori dalle righe.
Il timbro potente del cantautore ed una personalità decisamente ben definita gli fanno portare a casa un esordio ottimo, tecnicamente inattaccabile ma soprattutto singolare e fuori dal coro, malinconico e dissacrante, senza dubbio un lavoro di forte impatto. I testi sono curiosi ed appassionanti, nostalgicamente credibili.
A cavallo fra tradizione e sperimentazione, Martinelli realizza un lavoro dilettevole ed appassionato, spiritoso e molto originale. Un cantastorie moderno e brioso, mai banale o ripetitivo, eterogeneo, completo e all’altezza delle proprie intenzioni.
Tracce migliori: Guepiere, Amico, Vecchi porno
Francesca Amodio